La Procura tira dritto. Domani il Riesame sull'arresto di Catella

Se verrà scarcerato anche il costruttore la linea dura dei pm subirebbe un 6-0

La Procura tira dritto. Domani il Riesame sull'arresto di Catella
00:00 00:00

"Noi comunque andremo avanti lo stesso". È questo il mantra che dagli uffici della Procura della Repubblica accompagna gli ultimi sviluppi dell'inchiesta sull'Urbanistica e che verrà verosimilmente riproposto nei prossimi giorni se anche la nuova sfida dovesse vedere sconfitta la linea dei pubblici ministeri. Ovvero se il Tribunale del Riesame, dopo aver liberato i primi cinque indagati messi agli arresti su richiesta della Procura, liberasse (come assai probabile) anche Manfredi Catella, il costruttore il cui ricorso verrà esaminato domani. Un accoglimento anche del ricorso di Catella costituirebbe un tennistico 6-0, una bocciatura integrale della linea dura seguita dai pm con la richiesta di arresti spiccata il 26 giugno scorso e accolta in larga parte il 30 luglio dal giudice preliminare Mattia Fiorentini. Della retata che doveva mettere in condizioni di non nuocere la "Cupola" che secondo i pm regnava su Milano, restano in piedi solo le misure interdittive disposte dal Riesame nei confronti di alcuni degli indagati.

Certo, le motivazioni dei provvedimenti del tribunale non si conoscono ancora e quindi la Procura può legittimamente augurarsi che quando verranno depositate si scoprirà che i giudici hanno condiviso l'esistenza di gravi indizi di colpevolezza nei confronti degli indagati e che li abbiano liberati solo perché non esiste pericolo che scappino o che accumulino altre malefatte; la misura interdittiva inflitta a tre di loro, depone certamente in questo senso. Ma si tratta solo di ipotesi che potranno venire confermate o smentite solo dalla lettura dei provvedimenti che verranno depositati intorno alla metà di settembre. Fino ad allora, l'inchiesta che scuote Milano appare destinata a entrare in una sorta di limbo, in cui sulle ragioni dell'accusa e della difesa non si saprà come la pensino gli unici il cui parere conta davvero: i giudici.

Attesa lunga, anche perché sul tavolo del Riesame non ci sono solo le motivazioni da scrivere sui ricorsi dei sei arrestati. Il tribunale deve ancora esaminare un settimo ricorso, per alcuni aspetti ancora più rilevante: quello depositato dalla Procura contro uno dei pochi "no" alle sue tesi contenuti nell'ordinanza con cui il 30 luglio il gip Fiorentini disponeva gli arresti. È il capo d'accusa che porta la lettera G ed è cruciale perché vede indagato - si tratta della vicenda del Pirellino di via Melchiorre Gioia - anche il sindaco Beppe Sala. Se salta il capo G, la posizione di Sala finisce ai margini dell'inchiesta. E questo la Procura non lo vuole, perché aldilà dei singoli episodi sotto indagine, al sindaco viene attribuito un ruolo centrale nel "sistema" sotto accusa. D'altronde non si può teorizzare, come fanno i pm, l'esistenza di una Cupola senza che il sindaco ne fosse al corrente; non si possono prenderne di mira i principali collaboratori, gente scelta personalmente da lui come l'ex assessore Giancarlo Tancredi e il direttore generale Christian Malangone e ipotizzare che Sala non si rendesse conto di come si muovevano i suoi uomini.

Così si capisce perché la Procura abbia deciso di insistere sul "capo G" e si capisce quanta importanza sia destinata ad avere la decisione del Riesame.

Ma, a differenza che per i ricorsi degli arrestati, qui il tribunale può decidere con calma. E il provvedimento è difficile che arrivi prima di ottobre. Tutto da vedere se in questo tempo morto la Procura attenderà pacificamente, o prenderà altre iniziative per tenere alto il livello dello scontro.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica