Il procuratore Caf: «Il Genoa deve giocare in serie C1»

La richiesta del pm nell’appello. Lunedì la sentenza. I tifosi bruciano le schede elettorali. Caos calcio: proteste a Salerno

Marcello Di Dio

da Roma

Dieci ore di dibattimento per una sentenza che potrebbe arrivare già stasera dopo la camera di consiglio, ma più probabilmente lunedì. Il caso della combine legata al match Genoa-Venezia dello scorso 11 giugno, che ha regalato ai grifoni la promozione in A, sbarca alla Caf - la commissione d’appello federale, riunita in un albergo romano - e diventa uno scontro dialettico tra accusa e difesa. La sensazione è che le speranze dei genoani di evitare la C1 (e la penalizzazione di tre punti) siano sempre più flebili.
Dopo il rigetto delle eccezioni preliminari avanzate dagli avvocati dei ricorrenti, davanti al presidente Martellino si assiste alla sfida tra il pm Stefano Palazzi e i legali dei grifoni, il professor Franco Coppi e l’avvocato Alfredo Biondi. Durissima, anche se stringata e coincisa, la requisitoria del rappresentante della procura federale: Palazzi, in 40 minuti, sostiene con forza l’avvenuta combine e chiede la conferma della sentenza della commissione disciplinare. Dunque il rigetto di tutti i ricorsi, da quello del Genoa e del presidente Preziosi a quello dei Dal Cin, ex dirigenti dell’ormai defunto Venezia. Unica eccezione, il portiere dei veneti Lejsal, condannato in primo grado a sei mesi di squalifica. Per l’estremo difensore, Palazzi chiede uno sconto di pena per aver collaborato con gli inquirenti sportivi. «Sono un professionista e mi sono sempre comportato come tale, tutto quello che dovevo dire l’ho detto davanti alla Disciplinare», il commento di Lejsal dopo l’intervento del suo avvocato.
Dall’altra parte la lunga (due ore e quaranta minuti) e appassionata replica difensiva di Coppi, che paventa in caso di C1 per il Genoa il serio rischio di fallimento. E torna a contestare, come già era avvenuto in precedenza (ufficio indagini e commissione disciplinare), l’utilizzo delle intercettazioni per un processo che non sia penale, andando contro le indicazioni della corte costituzionale, di quella di Cassazione e di quella europea. «Dobbiamo dimostrare non l’innocenza degli accusati, ma l’infondatezza delle accuse», sottolinea Coppi che ritiene un’assurdità giuridica sostenere, come fa il pm Palazzi nel suo intervento, «l’ordinamento sportivo autonomo rispetto a quello statutario». Ma siccome le intercettazioni sono agli atti, Coppi le analizza in dettaglio cercando di cancellare qualsiasi ambiguità. Un tentativo generoso, come quello del collega Biondi che tira in ballo il Torino, ritenuto colpevole dai legali genoani di avere a sua volta fatto pressioni sul Venezia, e chiedendo così anche l’annullamento degli atti del processo. E alle nove di sera c’è l’accorata difesa personale del presidente del Genoa Enrico Preziosi, un’arringa che non si discosta molto da quella ascoltata a Milano. «Non ho mai comprato questa partita, non c’è nessun illecito. Certo sono stato stupido in alcuni miei comportamenti, se quel maledetto mercoledì invece che essere in Laguna (per gli incontri avuti con Pagliara e Gallo, ndr.) fossi stato sulla costiera amalfitana sarebbe stato meglio».
Intanto alcune migliaia di tifosi genoani si sono riuniti a Genova al Porto Antico per chiedere la A «conquistata sul campo». I tifosi hanno formato un corteo che si è diretto verso il ponente bloccando via Gramsci.

Sono stati distribuiti facsimili di schede elettorali che probabilmente verranno in seguito bruciate in segno di protesta. E supporter della Salernitana hanno occupato per un’ora i binari della stazione contro la decisione del Tar del Lazio di non iscrivere il club alla serie B.

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