Il procuratore che vedeva prove nei gemiti dei malati terminali

TRASCORSI Alti e bassi di una carriera fatta di interrogatori assurdi, buchi nell’acqua e alcune amicizie scomode

TraniI riflettori dei media non gli hanno mai fatto paura. E l’altra mattina non si è scoraggiato dinanzi al muro dei fotografi, ma si è invece affacciato al bar del tribunale per pochi minuti: giusto il tempo per prendere un caffè con il pm che ha aperto l’inchiesta. Così il procuratore di Trani, Carlo Maria Capristo, ha voluto lanciare un segnale chiaro: non c’è alcuna frizione, nessun contrasto tra i corridoi e nelle stanze di questo palazzo di giustizia a due passi dal mare, dove oggi arriveranno gli ispettori inviati dal Guardasigilli Angelino Alfano. «Siamo qui, a disposizione», ha dichiarato il procuratore, che si mostra assolutamente sereno
Carlo Maria Capristo, 57 anni, sposato, in magistratura dai primi anni ottanta, modi gentili e volto sorridente, si è insediato a Trani nell’ottobre del 2008. Ma non è stata certo questa la sua prima volta in riva all’Adriatico: da tempo, infatti, il magistrato è molto conosciuto a Bari, dove ha ricoperto l’incarico di sostituto procuratore occupandosi di inchieste delicate. La più nota è quella sull’incendio doloso del teatro Petruzzelli, distrutto all’alba del 27 ottobre del ’91, terminata con l’assoluzione dei principali imputati. Dal primo momento gli investigatori imboccarono la pista che portava all’ex gestore, Ferdinando Pinto: l’impresario fu arrestato, rimesso in libertà e infine del tutto scagionato. Tra i capitoli più controversi di quella indagine, c’è un drammatico interrogatorio condotto proprio da Capristo. Nel ’93 il magistrato decise infatti di ascoltare un indagato, il musicologo Pierpaolo Stefanelli, malato terminale di Aids ricoverato nell’ospedale di Catania, morto dieci giorni dopo. Non era presente un avvocato ma c’era invece un fantomatico infiltrato nella criminalità organizzata, già noto per le interviste rilasciate alle emittenti televisive pugliesi coprendosi il volto con un passamontagna. Alla fine Pinto fu arrestato anche sulla base di quanto detto da Stefanelli, ma l’ordinanza di custodia cautelare fu annullata nel luglio del ’93 dal tribunale del Riesame, che sottolineò come il musicologo in realtà avesse pronunciato - scrissero i giudici - «poche frasi e parole incomprensibili» o «cenni quantomeno incerti ed equivoci». L’inchiesta comunque andò avanti, l’ex gestore del Petruzzelli fu assolto in via definitiva dalla Cassazione solo il 15 gennaio del 2007.
Gli Anni novanta furono un periodo bollente al palazzo di giustizia di Bari, dove scoppiò il caso Francesco Cavallari, detto «Cicci», noto come il re Mida della sanità privata italiana, personaggio chiave di un’inchiesta su un presunto intreccio tra criminalità, affari e politica. Tra il ’95 e il ’96 Capristo finì sotto la lente degli inquirenti, che lo accusavano di aver fornito notizie sulle indagini proprio a Cavallari, ma l’attuale procuratore di Trani fu assolto a Potenza, all’epoca competente a giudicare sui magistrati di Bari. Il Csm aprì un procedimento, che fu archiviato in quanto Capristo chiese il trasferimento a Siena. Nelle aule giudiziarie l’inchiesta si concluse comunque con un nulla di fatto: ci fu una raffica di assoluzioni, fatta eccezione per il patteggiamento di Cavallari.
Il nome di Capristo è spuntato ancora una volta sui giornali il 26 settembre del 2009, quando il Fatto Quotidiano pubblicò il testo dell’intercettazione di una telefonata tra lui e il suo legale, che lo assisteva in un procedimento amministrativo scattato intorno alla sua nomina a procuratore; in quella chiacchierata, risalente al 18 aprile scorso, Capristo raccontava di aver incontrato «Raffaele», individuato nel ministro per gli Affari regionali Fitto, il quale gli era sembrato intenzionato a «sbarrare la strada» a un magistrato barese proposto quattro mesi prima dal Csm per la procura di Brindisi.

Dopo una denuncia sulla base di quella intercettazione Fitto e Alfano furono indagati per il presunto ritardo del ministro della Giustizia nel dare il «concerto» alla nomina del procuratore di Brindisi e il 22 dicembre il tribunale ha disposto l’archiviazione per entrambi.

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