Politica

Le Prodezze del "Corriere", le bagattelle d’un direttore

Non c’è nulla di peggio di uno che dopo aver commesso una stupidaggine si agiti scompostamente nel tentativo di negare l’evidenza. Abbiamo provato pena, dunque, qualche settimana fa nel vedere Pino Belleri, il direttore di Oggi, all’opera mentre cercava di spiegare perché avesse imboscato le foto del portavoce di Prodi, dopo averle pagate 100mila euro. Ma maggiore pena abbiamo provato a leggere ieri l’editoriale in cui giustifica un servizio dal titolo eloquente «L’harem di Berlusconi», sottotitolo «Le incredibili foto di cui si parlerà per anni». Le «incredibili» immagini sono una dozzina di scatti in cui si vede il leader di Forza Italia nel parco della sua villa in Sardegna, che passeggia in compagnia di cinque donne. In una foto si vede Berlusconi che dà la mano a due ragazze, un’altra è accompagnata dal titolo «Sulle ginocchia di Silvio il Sultano».
Il servizio non ha bisogno di commenti: sono foto private, nulla di scandaloso, ma il tenero Pino, il direttore che non ha avuto cuore di turbare Silvio Sircana pubblicando le sue foto di fianco a un trans (ma ha avuto un portafoglio in dono dalla Rcs da cui ha estratto 100mila euro necessari a pagare e a tumulare le immagini) non ci ha pensato un attimo. Lui, che con l’animo straziato decise di imboscare le foto del portavoce di Prodi per non rovinare una famiglia, nel caso delle istantanee del Cavaliere ha accantonato le esitazioni: un vero cuor di leone.

Belleri, per spiegare la sua scelta, scrive che tra le due vicende c’è una differenza abissale. Le foto di Silvio Berlusconi (ripreso in un luogo privato) sono pubblicabili, quelle di Silvio Sircana (ripreso vicino al marciapiede) no. Spiega il Pino Novello 2000: «E a chi vuole intorbidire le acque facendo del diritto di cronaca una questione politica e di opportunismo, non ci peritiamo neanche di rispondere: obiezioni così banali non lo meritano».

Qui di banale c’è solo la storia di una piccola vendetta politica, di un gruppo editoriale che invece che al servizio dell’informazione si è messo al servizio dell’Ulivo. E l’ancor più banalissima storia di un giornalista nato per dare le notizie e finito per nasconderle.

Insomma, Prodezze del gruppo Corriere della Sera unite a bagattelle di un direttore.

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