Politica

Prodi chiama in Italia i parenti degli immigrati

L’allarme dei sindacati di polizia: «Un meccanismo infernale»

Emanuela Fontana

da Roma

Il governo apre le porte ai parenti degli immigrati e modifica le norme sui ricongiungimenti familiari previsti dalla legge Bossi-Fini. Una legge che «stiamo scardinando», ha precisato il ministro della Solidarietà Sociale Paolo Ferrero. Con il provvedimento varato ieri dal Consiglio dei ministri possono arrivare in Italia i nonni degli immigrati minori, i padri di minori, i genitori anche se non hanno altri figli nei Paesi di origine e i figli maggiorenni che non necessariamente siano portatori di handicap. Anche chi è già stato espulso può rientrare in Italia dimostrando di essere «parente».
Il decreto è rivoluzionario nella disciplina dei ricongiungimenti anche rispetto alle norme della «Turco Napolitano», la legge sull’immigrazione votata dal governo di centrosinistra nel 1998. Un altro decreto approvato ieri dal Cdm autorizza invece gli immigrati ad ottenere la carta di soggiorno in Italia dopo cinque anni di permanenza continua e regolare nel nostro Paese.
Il principio ispiratore dei ricongiungimenti è che la legge italiana riconosce ora agli immigrati stranieri il «diritto a mantenere o a riacquisire l’unità familiare». Un principio che desta molte perplessità, non solo nell’opposizione ma anche tra gli operatori di polizia, per l’enorme mole di lavoro che ricadrà sulle questure, oltre all’«effetto annuncio», che potrebbe far arrivare decine di migliaia di persone. Le novità del testo presentato dal ministro dell’Interno Giuliano Amato sono moltissime.
Se un immigrato è stato espulso dal nostro territorio non può rientrare in Italia ma ora, con questo decreto, se viene «chiamato» da un familiare, può ritornare nel nostro Paese, tranne i casi di persone pericolose per la sicurezza nazionale: «Viene altresì eliminato - recita il decreto - l’attuale automatismo relativo al divieto di reingresso nel territorio italiano che vige per gli stranieri espulsi, per cui da ora il ricongiungimento del familiare, già destinatario di un decreto di espulsione, non potrà essere negato solo per tale motivo».
Una seconda novità: se a un immigrato viene rifiutato o non rinnovato il permesso di soggiorno, verranno valutati in modo «discrezionale», ossia caso per caso, i suoi legami familiari e il tempo che ha trascorso in Italia.
Non esiste più, inoltre, una soglia minima di reddito per far arrivare i figli minori con meno di 14 anni. Arriva poi una nuova forma di permesso di soggiorno, che è quello «per l’assistenza al minore»: padri o madri di ragazzini che si trovano in Italia possono ottenere il lasciapassare per accudirli.
Secondo il segretario del Sap della polizia, Filippo Saltamartini, «si è trovata la forma legale per dare il permesso di soggiorno praticamente a tutti. Credo - commenta - che i familiari tenteranno di arrivare tutti in Italia». L’apertura degli ingressi con molti meno vincoli per i parenti degli extracomunitari potrebbe anche comportare «altissimi costi per il sistema previdenziale e sanitario nazionale».
Ma diventerà difficile soprattutto per le questure svolgere le verifiche sugli stati di famiglia degli immigrati, «perché - chiarisce Saltamartini - in alcuni Stati questi documenti non esistono. Non dimentichiamo poi che in molti casi ci sono venditori ambulanti del Maghreb che hanno tre o quattro mogli e che questi matrimoni sono frutto di convenzioni private».
Secondo il segretario del sindacato Consap, Giorgio Innocenzi, il decreto sembra «un escamotage tecnico-giuridico che autorizza ingressi indiscriminati. Non siamo in grado di effettuare questi controlli aggiuntivi e discrezionali - precisa - è impossibile. Gli uffici stranieri delle questure sono al collasso. È grave poi che chi è espulso possa rientrare dalla finestra. Mi sembra un meccanismo infernale».
Durante il governo precedente i ricongiungimenti familiari sono stati in media 300mila all’anno. «Noi ci eravamo mantenuti in un orientamento europeo - spiega l’ex sottosegretario all’Interno e ora senatore Alfredo Mantovano -. Abbiamo consentito all’immigrato di avere un nucleo familiare intorno a sé, ma altra cosa è l’arrivo di un’intera tribù, compresi i nonni e gli zii, dietro all’extracomunitario. Già nelle questure fanno fatica a identificare un immigrato, figuriamoci se devono fare i controlli anche sui nonni dei vari Mohammed...».
Anche la novità del permesso per accudire il minore potrebbe essere a rischio di imbrogli: «Potrebbero presentarsi falsi padri che chiedono di badare ai loro figli.

L’emergenza di giovani extracomunitari in Italia senza assistenza è indubbia, ma così ci si espone a migliaia di possibili raggiri».

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