«A Prodi chiedo poteri e federalismo fiscale»

Sabrina Cottone

Poteri speciali e federalismo fiscale per Milano già nella finanziaria. E come prima tappa, il trasferimento delle leve del catasto ai Comuni. La richiesta arriva da Letizia Moratti che, il giorno prima di sedersi al tavolo con Romano Prodi, ricorda la necessità e l’urgenza di passare ai fatti. Il pressing su questi temi continuerà oggi, durante l’incontro tra Prodi e il sottosegretario Enrico Letta con la Moratti, il presidente della Provincia, Filippo Penati, e il presidente della Regione, Roberto Formigoni. Assenti i sindacati, che mandano al presidente del Consiglio una garbata ma ferma protesta oltre che la richiesta di far parte del Tavolo Milano. «Ci duole che questo importante evento non vede la presenza delle parti sociali» scrivono i segretari di Cgil, Cisl e Uil, sollecitando anche un incontro con Prodi.
Il sindaco insiste sulle competenze speciali per la città e sottolinea di attendersi provvedimenti rapidi. «Bisogna riconoscere poteri alle città metropolitane e prevedere, se possibile già nella finanziaria, alcune leve fiscali che ci consentano di realizzare le infrastrutture» spiega. Torna il paragone con la Capitale: «C’è bisogno di una legge che dia a Milano poteri che altre città come Roma in parte già hanno». E ancora: «È fondamentale l’attuazione del federalismo fiscale». Alla Moratti non bastano generiche promesse sull’attuazione del titolo V, chiede che da subito siano trasferite le competenze per gestire la transizione.
Nel concreto, i poteri specifici che il sindaco caldeggia riguardano la pianificazione strategica del territorio, le reti infrastrutturali, le infrastrutture e le grandi opere pubbliche. «Abbiamo estremamente bisogno di decisioni rapide» dice la Moratti. E ricorda che le sue richieste sono le medesime della commissione Anci che raggruppa le dodici città metropolitane, presieduta dal sindaco di Torino, Sergio Chiamparino. A fare la differenza è il tema dei city users, ovvero coloro che non risiedono a Milano (e dunque non pagano le tasse milanesi) ma usufruiscono dei servizi della città. Un tema molto più sentito che altrove. «I city users a Milano sono il doppio del numero degli abitanti» spiega il sindaco. Conclusione: «È giusto avere poteri speciali, poter prevedere oneri per chi non risiede, magari per creare collegamenti». Ma il sindaco non ha ancora in mente alcun tributo di scopo (così si chiamano le tasse legate a un progetto specifico, ad esempio la costruzione di una linea del metro). E assicura: «L’unico al momento in programma è il ticket antinquinamento per le auto».


Tra le urgenze la devolution del Catasto: «Ai centri di responsabilità devono poter corrispondere leve per valorizzare al meglio le proprie risorse. Quindi il passaggio del catasto dall’agenzia governativa al Comune è importantissimo per poter conoscere le risorse e il patrimonio di Milano e fare così politiche appropriate».

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