Politica

Prodi porta i leader dell’Unione dal notaio

Diliberto: non parteciperò a queste consultazioni, sono una bizzarria

Francesco Kamel

da Roma

Al di là delle dichiarazioni di soddisfazione di tutti i partecipanti del vertice dell’Unione e nonostante l’ottenimento delle primarie, il Professore continua a non fidarsi dei partiti del centrosinistra. E così, sui finanziamenti per le elezioni, sulla scelta delle candidature e sui ministeri, come aveva chiesto esplicitamente Clemente Mastella, gli accordi saranno sottoscritti davanti a un notaio per evitare «brutte sorprese». Ma l’ex presidente della Ue non si accontenta e ha voluto «blindare» l’alleanza. «Prodi - ha svelato Alfonso Pecoraro Scanio - ha posto il problema della stabilità. E tutti si sono detti d’accordo per sottoscrivere un patto di legislatura. Se il governo dovesse cadere, si andrebbe nuovamente al voto».
Comunque la tregua tra il professore e Francesco Rutelli ha retto e sono stati fissati alcuni punti fermi dopo due settimane di polemiche. Per questo, al termine della riunione, il leader della Margherita ha parlato di «ottimi risultati unitari» e Piero Fassino ha definito il vertice «l’inizio del cammino per le elezioni del 2006».
Oltre al «patto», Prodi ha annunciato altre novità. L’Unione ha dato vita a «un direttivo che si riunirà ogni due settimane». Il nuovo organismo, costituito dai «segretari dei partiti» e «presieduto» dal capo della coalizione, avrà la responsabilità di «definire i criteri per le scelte delle candidature e per la composizione del governo». Il Professore «riunirà nei prossimi giorni i gruppi di lavoro sulle primarie, sulle regole e sulle candidature». Inoltre si è deciso che il 16, 17 e 18 dicembre ci sarà un’assemblea «per la discussione finale del programma».
Alla riunione di ieri si è discusso in particolar modo delle primarie con cui indicare il candidato premier. Fissata la data, 8 e 9 ottobre, la definizione dei dettagli è stata rinviata al «tavolo tecnico-politico». Si va comunque verso il «modello pugliese» che ha incoronato Nichi Vendola. Prodi si è impuntato per «un confronto aperto a tutto l’elettorato del centrosinistra». «Le ho sempre volute - ha detto - almeno ci divertiamo». Uno stato d’animo non condiviso da Mastella perché «se finisse come in Puglia sarebbe un suicidio».
Dopo l’incontro rimangono confermate le posizioni di Ds, Margherita e Sdi che sosterranno Prodi mentre i «cespugli» andranno in ordine sparso. «Se ci sarà un programma comunista e uno progressista - ha detto Pecoraro Scanio - ce ne sarà anche uno ecologista dei Verdi». Anche Antonio Di Pietro si candiderà. Ma dentro l’Italia dei Valori non tutti sono d’accordo. Secondo Beniamino Donnici «sarebbe una scelta incomprensibile». Oliviero Diliberto invece ha dichiarato «che non parteciperà e che le primarie sono un po’ bizzarre». Mentre il Ds Vincenzo Siniscalchi vuole «primarie anche sui candidati nei collegi uninominali».
Rispetto alle risorse per finanziare la campagna elettorale dell’Unione, Prodi ha chiarito che tutti i partiti «riconosceranno una quota sufficiente a garantire la sua autonomia operativa». E a proposito di «garanzie», per termini e modalità del «riconoscimento» si ricorrerà a «patti scritti» per evitare problemi di sorta. Inoltre Fassino ha annunciato «una forte campagna di comunicazione sul simbolo dell’Unione». Sul problema del raggiungimento del quorum da parte dei partiti minori invece non sono state trovate soluzioni.
Al termine del vertice i leader dell’Unione, tranne Bertinotti e Diliberto, hanno accompagnato Prodi a Bari per partecipare all’iniziativa della «fabbrica del programma». Un appuntamento importante perché sul programma il centrosinistra è ancora in alto mare.

«Le nubi si sono diradate - ha avvertito Bertinotti - anche se dal punto di vista della costruzione e non del merito».

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