Prodi tira la volata a Veronesi a Milano primarie più lontane

Il Professore: «L’oncologo ha grandissima personalità ed è molto amato. Bisogna vedere se è disponibile». Fassino intanto strizza l’occhio ai socialisti: «Sono orfani che hanno trovato riparo a destra»

Prodi tira la volata a Veronesi a Milano primarie più lontane

Sabrina Cottone

A Umberto Veronesi mancava solo l’investitura di Romano Prodi. E ieri è arrivata anche quella, durante la Festa dell’Unità. «Si deciderà tra poco tempo. Veronesi è una grandissima personalità, non solo è stimato ma è anche molto amato» spiega il candidato premier dell’Unione. L’unico problema, secondo Prodi, è trovare la disponibilità dell’oncologo: «Bisogna vedere se lui vuol fare il sindaco, se ha questa voglia di mettersi a disposizione».
Una nuova consacrazione, indiretta ma chiara, anche dal segretario dei Ds, Piero Fassino, che ha strizzato l’occhio ai socialisti: «A Milano vogliamo vincere conquistando anche la fiducia di quei tanti elettori orfani che hanno trovato riparo a destra. A questi elettori, e in primo luogo al voto socialista che si è sentito smarrito, voglio dire qui, da Milano: la vostra casa è il centrosinistra». Socialisti come socialista è Veronesi, ministro della Sanità con il premier socialista Giuliano Amato.
A caldeggiare l’ipotesi Veronesi anche Pierluigi Bersani: «Una bella chance». E l’ex ministro, piacentino, anche lui potenziale candidato, ha scherzato paragonandosi a Cofferati: «Forse Milano mi vuole sindaco perché avete mandato un lombardo a Bologna e adesso volete in cambio un emiliano?». Prodi, per non mettere in difficoltà Veronesi (già turbato dalle numerose e pesanti critiche che sono state fatte sul suo nome), quasi rinnega il suo cavallo di battaglia e cioè le primarie: «Ogni realtà deve decidere localmente». E questo nonostante dal palco della Festa avesse celebrato le primarie come «una difesa della democrazia».
A chiedere le primarie restano in molti, soprattutto nel popolo dei movimenti. Si fa interprete di questa voglia di partecipare Roberto Vecchioni, celebrato con Luci a San Siro sigla d’apertura della festa, con il cantante nelle prime file del Palamazda accanto alla moglie, la girotondina Daria Colombo. Vecchioni caldeggia la candidatura Veronesi («con il buonsenso del milanese preferisco una persona anziana con carisma») ma chiede di consultare gli elettori: «Le primarie vanno benissimo anche per Milano. Milano è uno specchio di ciò che succede a livello nazionale, quindi non vedo perché non proporre anche qui quel che stiamo facendo in Italia». Il fatto è che il Palamazda di ieri è lontano da quello dei girotondi.

Fassino ha tirato una stoccata a Nanni Moretti e ai movimentisti di Piazza Navona: «Ogni tanto mi torna in mente quella frustata: “con questi dirigenti non vinceremo mai”. Era il 2002, da lì in avanti abbiamo sempre vinto». E Franco Mirabelli, segretario provinciale dei Ds, taglia corto: «Vinceremo perché è finita l’illusione dell’antipolitica».

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