Prodotti made in Italy sulle tavole lombarde

Consumi, le donne lombarde hanno scelto: meglio i prodotti made in Italy e di stagione. Altro che sushi o kebab. La borsa della spesa delle donne lombarde si riempie di prodotti stagionali e made in Italy. E' quanto emerge dalla ricerca «Donne e ambiente» della Camera di Commercio di Milano, alla quale ha partecipato anche Coldiretti Milano, che sarà presentata domani nel capoluogo lombardo.
Secondo quest'analisi, infatti, oltre il 90% delle intervistate ritiene rilevante, nella scelta degli alimenti, la provenienza italiana e la stagionalità: due elementi che sembrava fossero passati decisamente in secondo piano. Circa la metà delle donne, inoltre, considera molto influenti sulle scelte d'acquisto le qualità dei prodotti Doc e Dop e la tracciabilità della merce: quindi, grande attenzione alle caratteristiche intrinseche die prodotti.
«Sono dati che dimostrano la bontà del cibo italiano - spiega Ambrogia Bardelli, responsabile di Donne Impresa Coldiretti di Milano e Lodi -. In un momento come questo, in cui si sta montando una psicosi da batterio killer, bisogna che le persone sappiano che i nostri prodotti sono sicuri, al di sopra di ogni sospetto. L'italianità è insidiata dal falso Made in Italy che ogni anno, nel mondo, vale circa 50 miliardi di euro. Vengono taroccati i nomi, oppure le confezioni e in alcuni casi vengono addirittura usate le denominazioni originali». Insomma, vere e proprie truffe organizzate sulla pelle dei consumatori e delle aziende locali e nazionali.
«Per sapere davvero quello che finisce sulle nostre tavole - spiega Coldiretti - serve un'etichettatura chiara e precisa, che non conceda spazio a dubbi, equivoci o erronee interpretazioni. In questo senso, il decreto presentato recentemente dal ministro delle Politiche agricole, Saverio Romano, rappresenta un passo avanti perché impone dimensioni leggibili nell'etichetta e il giusto posizionamento sul prodotto».

Per garantire la trasparenza dell'origine, la Coldiretti sta realizzando il progetto della filiera agricola italiana, che sarà composta da oltre ventimila punti di offerta al consumatore tra spacci aziendali, farmers' market, agriturismi e botteghe.

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