Barge (Cuneo)La crisi che ha investito il mondo delle quattro ruote nel 2009 ha avuto conseguenze negative non solo per le case costruttrici ma, a cascata, per tutto lindotto che ha visto calare le commesse. Solo in pochi, grazie alladozione di strategie anche coraggiose, sono stati in grado di reagire e non subire la congiuntura. Un esempio virtuoso è rappresentato dalla divisione italiana della Itt Corporation, gruppo che produce pasticche per freni (98 milioni di pezzi sfornati nel 2009), occupa 40mila persone in 50 Paesi e che, nel 2008, ha generato ricavi per 11,7 miliardi di dollari.
Da noi questa multinazionale arriva nel 77, quando acquisisce la Galfer (Gallo Ferodi) di Barge, trasformandola nella Itt Italia.
Nel corso degli anni la società si è ingrandita e oggi, oltre che nel sito cuneese, produce anche a Termoli (Campobasso) e Vauda Canavese (Torino). Impianti, tutti, con un alto tasso di robotizzazione, ma che hanno il punto di forza nella specializzazione degli addetti. Un vero melting pot, perfettamente integrato, che conta circa il 10% di dipendenti stranieri (cinesi, messicani, tedeschi, americani, albanesi e africani). Tra laltro, in fabbrica cè una discreta quota «rosa»: quasi tutti i collaudatori sono donne (150 a Barge, 60 a Termoli) perché giudicate più pazienti e precise. «È merito anche della bravura dei nostri addetti spiega Piero Bruno, direttore della divisione Automotive della Itt se non abbiamo accusato la crisi. Già dal luglio del 2008, avevamo capito che si sarebbe abbattuta pesantemente e allora, forti dei nostri prodotti, abbiamo deciso di conquistare nuovi clienti e mercati emergenti come il Brasile o il Nord America adottando una filosofia chiara: continuare a investire in ricerca, essere una low cost company piuttosto che produrre in low cost country».
Una strategia vincente visto che la Itt si è aggiudicata, ad esempio, la fornitura dei freno a mano della Ferrari F430. «Risalire a bordo di una rossa prosegue Bruno è il riconoscimento della capacità di trovare soluzioni per i clienti da parte del nostro centro ricerche di Barge (inaugurato nel 2008, occupa 100 dipendenti su unarea di 3mila metri quadri). In soli 12 mesi abbiamo ovviato al problema del surriscaldamento dei freni ceramici montati dalla supercar studiando nuovi materiali». Un marchio prestigioso che si aggiunge a clienti come Audi (A4 e A5), Fiat (Bravo), Ford (Mondeo), Citroën (C5), Opel (Astra), Mercedes (Glk), Mini, Peugeot (3008), Porsche (Boxster) e Volkswagen (Polo). «Nel 2010 vogliamo toccare quota 100 milioni di pastiglie afferma il manager oltre a espanderci nel mercato dellafter market dove possiamo fare molto».
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