Ciuffo grigio ribelle sempre sugli occhi, che lui è solito spostare con un gesto della mano, il professore di economia politica della Bocconi, Andrea Beltratti, è il nuovo presidente del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo. Malgrado la torinesità tradita da un accento spiccato, il suo curriculum accademico è di respiro internazionale: dopo la laurea con lode in economia e commercio nel 1982 allUniversità di Torino, dove ha come professoressa Elsa Fornero (sua grande promotrice nel cammino che lo ha portato ai vertici di Ca de Sass), nel 1989 consegue il «phd» in economia politica a Yale. Proprio durante la sua permanenza Oltreoceano, il professore cinquantunenne coltiva la sua passione per la musica, che, in un evento organizzato dalla Bocconi, gli permette di esibirsi alla batteria sulle note di «Come together» dei Beatles.
Ma quella per la musica non è lunica delle sue passioni: il neo presidente del cdg di Intesa Sanpaolo è un grande tifoso del Toro, gioca bene al pallone e ama sciare, soprattutto a Bardonecchia, dove è solito rifugiarsi con la moglie e le tre figlie, mentre in estate predilige il Ponente ligure. Enfant prodige della finanza, leconomista, che ha cominciato la sua carriera accademica allUniversità di Torino, nel 1998 è chiamato in Bocconi da Franco Bruni, allepoca direttore dellistituto di Economia, che ne riconosce le doti di ricercatore.
Sebbene tuttora lavori a Milano, Beltratti continua a mantenere la residenza a Torino e a fare la spola tra le due città. Dal 2004 al 2008 è prorettore dellarea undergraduate dellateneo milanese, dove si occupa soprattutto di organizzazione della didattica. Malgrado questo compito comunque circoscritto allambiente universitario, i maligni gli rimproverano una scarsa esperienza manageriale, insufficiente a loro dire per ricoprire una posizione di vertice in una delle principali banche italiane. Ma chi lo frequenta spiega che la sua conoscenza molto approfondita dellambiente finanziario e delle banche in particolare gli permetterà senzaltro di svolgere un ottimo lavoro. «Talvolta - è la metafora cui ricorre un suo collega - chi è dentro a una foresta vede solo gli alberi, mentre chi è fuori riesce a vedere la foresta».
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