da Roma
A colazione i sindacalisti, a cena manager di spicco e banchieri. La strategia prandiale di Romano Prodi è in pieno svolgimento. Palazzo Chigi la chiama a volte «concertazione», a volte «contatti a tutto campo» oppure «a 360 gradi»; nella sostanza, appare chiaro il tentativo del Professore di crearsi una cintura di sicurezza, formata dai poteri forti del Paese, che garantisca al governo Prodi Due quella lunga vita che i numeri in Parlamento potrebbero non consentire.
Ai segretari di Cgil, Cisl e Uil, il presidente del Consiglio ha, di fatto, concesso tutto il possibile: niente revisione dellanzianità pensionistica; nessuna «moderazione salariale»; nessun taglio della spesa sociale. E tutto questo si è saputo allesterno, grazie alla consueta loquacità dei vertici sindacali: del resto, perché avrebbero dovuto nascondere un successo tanto evidente?
Alla cena di martedì sera coi poteri forti, invece, non ha fatto seguito alcuna conferenza stampa. Nessuna indiscrezione sul menu di Palazzo Chigi, come era invece accaduto per il pranzo sindacale. Nessun commento sulla conversazione del premier con lamministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne, lamministratore delegato di Unicredit Alessandro Profumo, il vicepresidente della Confindustria Andrea Pininfarina, lex banchiere della Goldman Sachs Claudio Costamagna. Un incontro che rappresenta, secondo fonti di Palazzo Chigi, «un ulteriore tassello di quella strategia informale e a tutto campo avviata dal dal governo sin dal suo insediamento». Ma è davvero «la situazione complessa dei conti pubblici» a richiedere «una visione a 360 gradi della realtà economica italiana», come dicono in ambienti governativi? Sono davvero le «importanti decisioni da prendere nel Dpef» a suggerire la presa di contatto con «personalità rappresentative del mondo economico, finanziario e imprenditoriale»?
Riesce davvero difficile pensare a una discussione approfondita sul deficit pubblico, nella cena di palazzo Chigi. Magari si è parlato dei rapporti economici Italia-Francia, che Prodi aveva affrontato qualche ora prima a Parigi, con Jacques Chirac. Magari del rinvio del taglio del cuneo fiscale al 2007, come ha annunciato Tommaso Padoa-Schioppa in Parlamento. Magari di possibili, future privatizzazioni, visto che alla cena era presente un banchiere daffari ben noto come Costamagna.
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