Politica

Promossa la riforma Moratti «Maggior libertà agli studenti»

Varati gli ultimi due decreti. Il premier: «Piano all’avanguardia» Ok di Confindustria

Francesca Angeli

da Roma

L’istruzione cambia. Con l’approvazione degli ultimi due decreti attuativi della legge di riforma della scuola si completa il quadro tracciato dalla legge 53 del 2003. Ora i provvedimenti sono tutti approvati ed anche se il lavoro di rinnovamento è appena iniziato il ministro dell’Istruzione, Letizia Moratti, può dire di aver centrato l’obiettivo. Una scommessa azzardata che, ad inizio legislatura, nessun bookmaker avrebbe dato meno di cento a uno, visto anche l’esempio dell’ex ministro Luigi Berlinguer affondato e sostituito in corsa da Tullio De Mauro durante il governo di centrosinistra proprio per il suo tentativo di cambiare dalle fondamenta il sistema nazionale di istruzione.
La Moratti raggiunge il traguardo in un clima infuocato non soltanto dalle polemiche sulla riforma della scuola ma anche su quella dell’Università con i rettori sul piede di guerra. Ma nonostante l’ostilità di una parte dei sindacati e del centrosinistra la Moratti ha tirato sempre dritto, contando soprattutto sul pieno appoggio del premier, Silvio Berlusconi, che ora la vorrebbe primo cittadino di Milano. E anche in questa occasione Berlusconi è il primo a complimentarsi col ministro. La riforma della scuola «è un piano di avanguardia al quale già si stanno ispirando altri ministri dell'Istruzione» dice il premier. Il piano messo a punto dalla Moratti «contiene molte proposte innovative» spiega Berlusconi. Soprattutto offre «una maggiore libertà di scelta agli studenti e alle famiglie che potranno formarsi secondo le proprie attitudini, interessi, vocazioni, imparando a sviluppare il proprio talento, ridurre le proprie deficienze, a fare gli imprenditori di se stessi e delle proprie potenzialità». La vera modernizzazione della scuola passerà attraverso la formazione delle nuove classi docenti. Il decreto sulla formazione degli insegnanti, prosegue Berlusconi, «garantisce per il futuro insegnanti più giovani, più qualificati, cui darà la certezza di un posto di lavoro».
Quando partirà la riforma? Anche su questo punto sindacati, regioni e governo hanno fatto scintille. I primi due insieme al mondo della scuola ritenevano impossibile far partire la riforma nel 2006. Sono poi arrivate pressioni fortissime, anche in commissione cultura, da Forza Italia per partire subito con le novità. Anche in questo caso la Moratti ha tirato dritto, venendo incontro alle richieste delle regioni. Il decreto legislativo sul secondo ciclo di istruzione riguardo alla sperimentazione della riforma «non contiene riferimenti a una data precisa», spiega la Moratti. In sostanza se qualche regione si sente pronta a partire con la sperimentazione lo potrà fare in nome dell’autonomia scolastica. Poi la riforma partirà ufficialmente per tutti nel 2007.
A chi piace questa legge? A Confindustria che parla di «un grande passo avanti» e ai docenti cattolici che osservano come «per la prima volta l’Italia dopo 80 anni, ha una nuova riforma della scuola che mette al centro lo studente e i suoi bisogni educativi». Soddisfatti anche i giovani di Forza Italia: «Avremo una scuola più moderna ed efficiente», dice Simone Baldelli.
Critica l’opposizione. Per la diessina Chiara Acciarini la Moratti arriva «sola alla meta senza risorse né consenso» mentre Fiorello Cortiana dei Verdi parla di scelte basate su una «logica classista». Tra i sindacati lo Snals-Confsal apprezza in particolare «l’ampliamento dello studio delle lingue straniere e il potenziamento dell’area di indirizzo dei licei tecnologici».

Richieste di maggiore informazione e condivisione prima dell’applicazione della riforma arrivano da Cisl e Uil.

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