Roma

«Pronti a scendere in piazza sui villaggi della solidarietà»

Settemila immigrati arrestati dai carabinieri negli ultimi mesi. Una cifra pesante, che fa riflettere sulla necessità di creare i quattro Villaggi della solidarietà per i rom e sull’esigenza, qualora fosse una decisione non procastinabile, di trovare spazi accettati all’unanimità da tutte le forze politiche.
«Siamo soddisfatti che il prefetto Carlo Mosca abbia chiesto una pausa di riflessione su questo tema - afferma il consigliere comunale di An, Marco Visconti -. Dopo i sotterfugi dell’assessore Jean-Leonard Touadi, queste sono le prime parole di buon senso che ascoltiamo sulla questione. I Villaggi, infatti, non sposterebbero di una virgola il problema della miriade di insediamenti abusivi».
«La convivenza tra italiani e cittadini stranieri è già difficilissima e ai limiti dello scontro fisico - gli fa eco Samuele Piccolo, di An, vicepresidente della Commissione Bilancio -. Aggiungere a quella polveriera la creazione di questi mega accampamenti, significherebbe innescare una bomba pronta ad esplodere in ogni momento. Non accettiamo assolutamente che da una decisione così importante siano esclusi gli amministratori locali, quelli cioè che vivono quotidianamente e sulle loro spalle le realtà di periferia».
An avverte che qualora il Comune non decidesse di coinvolgere i consiglieri, questi scenderanno in piazza accanto ai cittadini. «Occorre anche sentire i romani - conclude Piccolo - perché ci sono scelte che si devono fare con loro e non contro di loro di loro».
Tra venerdì e sabato notte un neonato rom di appena due mesi è morto quasi certamente per assideramento a causa dell’improvviso abbassamento delle temperatura nelle vicinanze del Tevere. «Ricordo - dichiara Fabio Sabbatani Schiuma, portavoce per La Destra della Città - di aver presentato una petizione al sindaco proprio per la delocalizzazione dei campi nomadi lontano dai centri abitati e in strutture più controllabili. Questo per evitare gli accampamenti improvvisati, fatti di tende o baracche fatiscenti, di scarsa igiene e assolutamente privi dei più elementari principi di una normale vivibilità quale dovrebbe essere concessa ad ogni bambino del mondo». Schiuma critica l’indifferenza e il silenzio dell’amministrazione capitolina, che non fa nulla per far togliere la patria potestà a quei genitori che fanno vivere i bimbi in condizioni veramente miserevoli. Un percorso che bisognerebbe intraprendere ancora prima di creare nuove aree per i nomadi. «Anche la scolarizzazione di questi bambini proposta dal sindaco Veltroni - conclude - è stata un disastro perché i loro genitori, comportandosi come veri e propri aguzzini, preferiscono invece mandarli a mendicare in mezzo alla strada.

Almeno salvaguardiamo i nostri di figli, facendo in modo che questi fantomatici Villaggi sorgano se non altro in aree adeguate».

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