Allarme emergenza. Una quarantina di ambulanze, tra Roma e Latina, rischiano di rimanere in garage per carenza di personale. Un errore imperdonabile che potrebbe essere commesso dallesecutivo regionale se non venisse prorogato il contratto di lavoro a oltre 200 operatori tra medici, infermieri e autisti che a oggi coprono un hinterland periferico abitato da oltre un milione di cittadini. Già, perché si tratta di aree cruciali di territorio che diversamente rimarrebbero fuori dallordinario sistema di emergenza. La convenzione stipulata nel 2006 tra Regione Lazio, Ares 118, e Croce Rossa Italiana prevedeva lingaggio a tempo determinato e per tre anni di un numero di operatori sanitari sufficiente a coprire il fabbisogno dellazienda Ares a patto che - come avevano sottoscritto nel documento le organizzazioni sindacali - al termine venissero inquadrati a tutti gli effetti. Ma loccasione è stata persa perché così non è stato. Il 30 agosto scorso a convenzione scaduta è stata firmata una proroga di 3 mesi e, il 30 ottobre scorso solo la precettazione del prefetto Pecoraro ha consentito che il servizio di emergenza venisse garantito per un altro mese. «E adesso che siamo agli sgoccioli ancora non è stata presa alcuna decisione né dallAres né dalla Regione per evitare un eventuale e parziale blocco del servizio - accusa il responsabile dei rapporti istituzionali della Fials Confsal del Lazio, Roberto Lazzarini -. Sono a rischio 16 postazioni, di cui 10 a Roma e 6 a Latina, con operatori a rischio di stipendio. Si tratta inoltre di un servizio molto che tra urgenze ed emergenze si risolve in turni di lavoro molto intensi contando che ciascuno svolge dai 7 ai 10 interventi quotidiani per turno».
E infatti solo tra la capitale e lhinterland limitrofo le zone di copertura cui fanno capo questi stessi operatori si sviluppano tra Fontenuova, Guidonia, Lariano, Frattocchie, Torpignattara, Casalpalocco, Ponte Galeria, Tivoli, e la Borghesiana. Una postazione extra rimane attiva, tra il lunedì e il sabato, anche presso il Centro agroalimentare. Dinanzi allimmobilismo regionale cui a oggi, i cittadini laziali purtroppo dovrebbero essere abituati però il sindacato autonomo non ci sta perché, secondo lui, non si tratterebbe di una mera questione finanziaria. Tuttavia non bisogna dimenticare che la Regione deve risarcire la Croce Rossa di 4 milioni e mezzo di euro da un pezzo. Questo per la Fials è un problema che si può risolvere anche se non cè programmazione di intervento realizzabile a breve termine. «Quali impegni saranno presi per garantire che i cittadini non paghino con il rischio della loro salute quello che nel prossimo futuro potrebbe rivelarsi come un grave disservizio ancora non si sa. Infatti - chiosa il sindacalista - non si può trascurare anche lipotesi di pandemia causata dal influenza A ha fatto duplicare le richieste di soccorso al 118.
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