Ormai dovremmo averci fatto l'abitudine. E invece no. Perché è obiettivamente dura non reagire a certe sparate del Carroccio. Il problema è che a mano a mano che si avvicinano le elezioni nelle file della Lega sembra che facciano a gara a chi le spara più grosse. Si vota e allora bisogna farsi notare non per portar via consensi all'opposizione bensì per strappare qualche voto ai propri alleati così da aumentare il peso della Lega nel centrodestra. È una tattica consolidata che, finora, ha dato i suoi frutti. Ma a volte si finisce con l'esagerare. Ed è appunto quanto è capitato all'onorevole Salvini nonostante l'ex enfant prodige leghista vanti ormai una notevole esperienza politica visto che già nel 1993 era consigliere comunale a Palazzo Marino.
Salvini ha esagerato offrendo un assist incredibile al centrosinistra che non a caso si è scatenato - nonostante le inevitabili, immediate e scandalizzate prese di distanza di tutto il Pdl - accusando il centrodestra di portare avanti politiche razziste. Franceschini&compagni sanno benissimo che sul metrò milanese non ci saranno mai vagoni riservati ai meneghini (anche perché viaggerebbero quasi vuoti) ma ugualmente, e dal loro punto di vista giustamente, hanno scatenato la caccia al razzista e hanno ritirato in ballo le leggi razziali fasciste. A ruoli invertiti il centrodestra avrebbe fatto altrettanto. Il problema è che l'onorevole Salvini fa parte di una coalizione (che consente alla Lega di stare al governo) e quindi prima di fare sparate alla barone di Munchhausen, prima di lanciare certe provocazioni (così le ha definite lui) dovrebbe preoccuparsi delle conseguenze che queste improvvide sortite possono avere su tutto lo schieramento di cui fa parte.
È troppo comodo, come giustamente rilevava venerdì su queste colonne Livio Caputo, fare corsa a sé in campagna elettorale e poi pretendere di partecipare ugualmente ai frutti della vittoria.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.