Politica

Protesta soft dei sindacati: sciopero di 4 ore

L’astensione articolata a livello regionale andrà avanti per tutto il mese di giugno. Epifani (Cgil): «Tocca al governo muoversi». Giovedì l’incontro tra le parti sociali

da Roma

Sul rinnovo del contratto degli statali, i sindacati non vanno allo scontro duro. Per il momento, proclamano solo quattro ore di sciopero generale, articolato a livello regionale. La mobilitazione andrà avanti per tutto il mese di giugno. La decisione è emersa al termine del vertice tra Cgil, Cisl e Uil di ieri. Intanto, il governo formalizza l’incontro con le parti sociali per cercare di sbloccare la vertenza sul pubblico impiego: l’appuntamento è per giovedì sera a Palazzo Chigi.
Al termine del summit sindacale, una nota unitaria precisa che Cgil, Cisl e Uil «hanno deciso di proclamare un mese di mobilitazione con quattro ore di sciopero di tutti i lavoratori da effettuarsi a livello regionale per sostenere il rinnovo di tutti i contratti, a partire da quello del pubblico impiego». Le modalità e il calendario delle proteste saranno decise in un secondo tempo a livello nazionale. E, comunque, non prima dell’incontro con il governo di giovedì sera.
I sindacati, dunque, in questa fase di trattativa ancora aperta, scelgono di non andare allo scontro frontale. Evitano lo sciopero generale di otto ore, che avrebbe avuto un chiaro significato politico di rottura, ed optano per una protesta più soft. Insomma, lasciano ancora aperta la porta al dialogo. Lo stesso segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, ha sempre manifestato perplessità sullo sciopero generale. E ieri sera ha precisato: «Noi siamo per scioperi che funzionino, che incidano non sulle tasche degli cittadini ma sul funzionamento della Pubblica Amministrazione». Poi aggiunge: «È un momento di mobilitazione che speriamo di non dover attivare mai perché ci aspettiamo che il governo diventi ragionevole e faccia i contratti». Stesse parole anche da parte del segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta. «Se l’esecutivo vuole evitare la mobilitazione, visto che i tempi ci sono, non deve fare altro che firmare l’accordo. E questo - avvisa - è un messaggio per chi ha bloccato la contrattazione del pubblico impiego. Per evitare che i cattivi esempi facciano scuola». Il numero uno della Cgil, Guglielmo Epifani, osserva che questa è «la risposta giusta che si doveva dare. Tocca al governo fare i passi che ci aspettiamo». Ma la mobilitazione decisa ieri «è un messaggio anche a Confindustria: i tavoli aperti non si possono affrontare con quelle modalità con cui sono stati affrontati fino ad oggi».
A questo punto i riflettori si spostano su Palazzo Chigi. Gli statali attendono il rinnovo del contratto da oltre 16 mesi. Nelle settimane scorse, una delegazione ristretta dell’esecutivo aveva raggiunto un’ipotesi di intesa per aumenti medi lordi di circa 100 euro. Il vice ministro alle Attività Produttive, Adolfo Urso, sottolinea come «lo sciopero non serve a nessuno.

Credo che sia possibile e doveroso raggiungere una soluzione utile compatibilmente con le disponibilità delle risorse pubbliche».

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