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Proteste e scontri nel cuore di Londra: un morto

Decine di cariche della polizia e 87 arresti alla vigilia del G20. Undici finiti in carcere indossano false divise della polizia. Irruzione nella Royal Bank of Scotland. Il terrore dei dirigenti sotto assedio: "Ci accusano della crisi e ci odiano"

Proteste e scontri nel cuore di Londra: un morto

Londra - Qualcuno ha già paragonato il G20 di Londra al G8 di Genova del 2001. Ma è troppo presto per fare bilanci anche se si segnala già una vittima. L'uomo, però, non sarebbe morto a seguito degli scontri (almeno non direttamente) ma per un collasso cardiaco. Oggi, con l'apertura del G20, i "no global" mettono in scena la loro seconda giornata di protesta. Si preannunciano nuove violenze: nessun rischio per i capi di Stato e di governo, riuniti all'Excel Centre, un vero e proprio fortino inespugnabile. Ma nella capitale britannica è forte il timore per i possibili scontri tra le fazioni violente dei manifestanti e la polizia in tenuta anti sommossa.

La vittima di ieri Secondo quanto riferisce Scotland Yard i soccorsi sono stati chiamati dagli stessi dimostranti, che alla polizia schierata hanno segnalato un uomo sdraiato per terra in una stradina, la St Michael Alley, alle spalle della manifestazione nella City. L'uomo non respirava più. In quei momenti concitati sono proseguiti i lanci di bottiglie contro la polizia che tentava di fare un cordone di sicurezza per agevolare i soccorsi. Trasportato poi all'ospedale l'uomo è deceduto.

I Grandi riuniti in un fortino Misure di sicurezza imponenti al centro congressi Excel di Londra dove si sono riunite le delegazioni dei paesi partecipanti al vertice del G20. La polizia britannica, in un raggio di un chilometro quadrato, nega l’accesso all’area a chiunque non sia in possesso di un accredito. E nel cielo dell’East End londinese l’Excel Centre pare un fortino che si prepara all’assedio.

Seconda giornata di protesta Numerose organizzazioni hanno pianificato una seconda giornata di protesta. "Stop the War Coalition", il "British Muslim Initiative", il "CND" e il "Youth March for Jobs" hanno tutte annunciato di voler manifestare il loro dissenso il più vicino possibile a centro congressi dove sono riuniti i capi di governo e le loro delegazioni. Visto la logistica dell’Excel Centre, comunque, pare improbabile che i manifestanti possano avvicinarsi più di tanto. Pure i giornalisti accreditati questa mattina hanno avuto le loro difficoltà a raggiungere la sala stampa allestita all’interno del complesso. Continui check-point, bus navetta dispersi nella grigia brughiera dell’East End londinese, stringenti controlli di sicurezza e varie lungaggini burocratiche hanno reso le procedure di accredito alquanto complicate.

La City sotto assedio Le proteste - da ieri a oggi ci sono stati 87 arresti - erano cominciate in modo spettacolare e festoso, come un grande carnevale. C'erano cornamuse, maschere e un clima di sostanziale allegria. Poi però sono scoppiate le violenze, con un'irruzione in una filiale della Royal Bank of Scotland e migliaia di persone bloccate tra i cordoni di polizia.

Quattro cortei Li hanno ribattezzati i quattro Cavalieri dell'Apocalisse: sono i quattro cortei partiti ieri mattina da altrettante stazioni ferroviarie del centro della città - in segno di protesta contro la guerra, il problema della casa, i crimini della finanza ed i cambiamenti climatici - sono riusciti a raggiungere senza grossi problemi la loro destinazione finale, la Banca d'Inghilterra, dove per circa un'ora i manifestanti circondati da polizia e moltissimi fotografi e telecamere, hanno dimostrato pacificamente. Un'altra manifestazione intanto prendeva corpo pochi isolati più a nord, nei pressi della stazione ferroviaria di Liverpool Street, dove centinaia di ambientalisti di Climate Camp - il gruppo responsabile in passato delle azioni di protesta contro l'espansione dell'aeroporto di Heathrow - hanno organizzato un sit in di fronte agli uffici della European Climate Exchange, una sorta di 'borsa' dove i paesi europei si scambiano le emissioni di anidride carbonica in modo da rispettare le loro quote nazionali.

Il caos nel primo pomeriggio Verso le 14, quando per le strade della City si contavano circa quattromila persone, è scoppiato il caos: un gruppo di manifestanti dal volto coperto è riuscita a penetrare in una filiale della Royal Bank of Scotland nei pressi della Banca d'Inghilterra vandalizzandone l'interno. Agenti in tenuta antisommossa e protetti da scudi sono entrati nella banca e sono riusciti a rimuovere i manifestanti, circa una ventina, al suo interno. Inevitabile a quel punto l'aumento della tensione: i circa tremila dimostranti bloccati nei pressi della Banca d'Inghilterra hanno cominciato a prendere di mira la polizia gettando lattine, frutta e farina contro gli agenti. Alcuni manifestanti sono rimasti feriti negli scontri, terminati poi intorno alle 15.30 quando la maggior parte dei dimostranti e riuscita ad attraversare i cordoni della polizia.

Proteste a Trafalgar Un'altra manifestazione - organizzata dai gruppi pacifisti Stop the War, Campaign for Nulear Disarmament, Palestine Solidarity Campaign e dalla British Muslim Initiative - si è svolta, a partire dalle 14, nel centro di Londra. I manifestanti si sono dati appuntamento dinanzi all'ambasciata statunitense a Grosvenor Square ed hanno sfilato fino a Trafalgar dove circa 5.000 persone - secondo le stime degli organizzatori - hanno ascoltato i comizi di diversi esponenti del movimento pacifista.

Tra i 32 arrestati, ci sono undici persone fermate dopo essere state fermate a bordo di un veicolo blindato con indosso uniformi false della polizia.

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