La prova Il dossier di Moussavi: «Ecco come hanno truccato il voto»

«Le schede sono state prodotte la sera delle elezioni senza numero di serie, cosa senza precedenti nella storia del paese» - spiegano i cacciatori di brogli. Ma non basta. Dalle officine di Stato sarebbe uscito un numero di timbri due volte e mezzo superiore a quello necessario. Prima però hanno cacciato dai seggi i rappresentanti di lista sguinzagliati da Moussavi e dagli altri due sconfitti, l’ayatollah Mehdi Karroubi e l’ex capo dei padaran Mohsen Rezai. Il giorno prima del voto, inoltre, c’era stata l’interruzione del servizio di Sms, per bloccare la comunicazione dei dati parziali ai quartieri generali dei candidati. Un black out fisico ed elettronico indispensabile per garantire la grande truffa. Le denunce dell’onda verde sembrano comunque inutili. Ieri sera la Tv di Stato ha annunciato che anche il conteggio del 10 per cento di voti non ha rilevato irregoalrità. La Suprema Guida Alì Khamenei ha fatto capire che le proteste di piazza non ribalteranno il verdetto ufficiale delle urne. «Ho sempre insistito e continuo ad insistere sulla necessità di applicare ad ogni costo la legge, il sistema e le nazioni non possono piegarsi di fronte a queste pressioni».

Ma la vera pressione sembra quella esercitata dagli apparati di sicurezza. Ieri all’improvviso l’ex capo dei pasdaran candidato alla presidenza e protagonista dei reclami ha all’improvviso deciso di rassegnarsi e ritirare tutte le contestazioni.
GMic

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