Roma - Il nuovo Ulivo non è ancora nato (e non si sa neppure se nascerà) ma è già ammucchiata. Il presidente del Pd, Rosy Bindi corteggia Fli e Udc: "Se si va al voto gli proporremo un'alleanza". Ma il leader centrista Pierferdinando Casini, fa sapere che l'Udc sceglierà la via del "terzo polo", ma non è detto che non cambi idea se il Pd imprimerà una svolta alla sua politica di alleanza. Antonio Di Pietro, intanto, frena il leader Pd opponendosi strenuamente a un'alleanza con Fini e Casini. Bocchino, di Fli, lo tranquillizza: "Siamo ancorati al Centrodestra". E a complicare la già difficoltosa situazione del nascituro Ulivo arriva anche Nichi Vendola: "Non si può tornare alla prima Repubblica".
Il valzer della Bindi "Se Berlusconi e la Lega dovessero portare il Paese alle terze elezioni in sei anni, allora noi proporremo al Fli un’alleanza per la democrazia - spiega la Bindi - noi staremo con tutti coloro che sono disponibili a salvare questa Costituzione". "Dopo le parole di Farefuturo sul killeraggio del berlusconismo - aggiunge - che cosa aspettiamo da domenica se non la rottura definitiva?". Per la Bindi il nuovo Ulivo proposto da Bersani deve aprirsi alle forze moderate del Paese: "Noi diciamo che anche l’Udc debba entrare in questa nuova forza, si è aperta una possibilità di prospettiva e incontro per costruire una alternativa di governo". "Sulle elezioni Berlusconi bluffa, ha paura delle elezioni, le minaccia perchè vuole gli ’accordicchì nella sua maggioranza. Il presidente del consiglio sa che non vincerebbe. Bene che gli vada - conclude la Bindi - non avrà mai una maggioranza al Senato e, comunque vada, vinceremo noi perchè abbiamo tutte le carte in regola per vincere". In serata la Bindi torna sulle sue dichiarazioni. "Ieri sera intervistata da Telelombardia ho ripetuto cose già dette in altre occasioni in queste settimane. Ho spiegato che se Berlusconi cerca la prova di forza con il voto anticipato e se ci sarà un attacco alla Costituzione, noi chiederemo a tutti di difendere la Costituzione e la democrazia. Non ho proposto nè alleanze con Fini, nè ammucchiate. Del resto, non fu un’ammucchiata quella dei cittadini che vinsero nel 2006 il referendum sulla Costituzione".
Bocchino non ci sta "Noi siamo politicamente e culturalmente ancorati al centrodestra". Così Italo Bocchino interpellato sulla proposta di alleanza avanzata da Rosy Bindi in caso di elezioni. "Noi siamo e restiamo nel centrodestra e vogliamo portare avanti il programma", spiega il capogruppo di Fli alla Camera. "Non ci sono ragioni per elezioni anticipate - aggiunge - e non ci sono ragioni politiche e culturali per alleanze di Futuro e libertà con la sinistra". Ma nel Pd si è aperto un dibattito importante sui rapporti con Fini. "Sarà importante - chiude Bocchino - ma non riguarda no".
Casini chiude al Pd "Se dovessimo scegliere alle prossime elezioni faremmo il terzo polo - spiega Casini - non posso avere niente a che fare con chi pensa sia un grande successo della democrazia il fatto che Dell’Utri non parli dei diari di Mussolini. Penso sia una pagina nera della democrazia che il nostro peggior nemico non possa parlare". Poi, in evidente riferimento ad Antonio Di Pietro, Casini spiega che "il programma di una forza che vuol governare il paese non può essere zittire l’avversario politico, neanche zittire un condannato". Dunque, "aspetto di sapere dal Pd se il modello Marche è un modello o un’anomalia - continua il leader Udc - se Bersani mi dirà che le Marche per lui sono un modello allora risponderò a questa domanda". Di certo, chiarisce Casini, "se devo imbarcarmi in un’alleanza che sia la riproposizione del governo Prodi, dico ’no grazie".
Di Pietro taglia fuori Fini e Casini "Il Partito democratico deve fare una scelta: stare dalla parte di una sinistra riformista oppure mettersi assieme a questo terzo polo - tuona di Pietro - costruito fra l’altro con i rimasugli della Prima repubblica. Per noi non esiste nessuna possibilità di fare agglomerati con personaggi in cerca d’autore. Con Udc e finiani non ci possiamo alleare e comunque Fini e Casini non staranno mai con il centrosinistra". Al leader Idv piace il nome 'nuovo Ulivo' riferendosi alla proposta di "un’alleanza democratica" lanciata da Bersani. "Ma dentro ci devono stare i contenuti - avverte l'ex pm - noi dell’Idv vogliamo essere i promotori di un’alleanza riformista, solidale, democratica che si fondi su tre fattori, uniformità di programma, unità d’intenti sugli obiettivi e una leadership scelta in maniera democratica".
Il secco "no" di Vendola Nichi Vendola è scettico sulle formule per il futuro del centrosinistra lanciate dal segretario democraticoi: il Nuovo Ulivo e l’alleanza democratica. "Quando sento queste formule - dice in una intervista a Panorama - mi viene in mente Giovanni Pascoli: C’è qualcosa di nuovo nell’aria, anzi d’antico". Poi il governatore della Puglia: "Non si può uscire dalla Seconda Repubblica per tornare alle Prima". D'altra parte anche Casini chiude alla possibilità di un'alleanza in cui vi possa essere Vendola.
"Rappresenta un’opzione di governo molto diversa dalla mia - spiega Casini - se la sinistra lo scegliesse, non lo voterei, anche se penso possa prendere voti dei moderati". Per il leader centrista "sulle regole possiamo dialogare, ma la proposta di governo di Vendola non potrebbe essere compatibile con la mia proposta di governo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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