Provincia, la Margherita vota contro la famiglia

Provincia, la Margherita vota contro la famiglia

Il gonfalone della Provincia di Genova rimane piegato nella sala consiliare di largo Eros Lanfranco e non sventolerà al Family day a Roma. Tra le forti polemiche dell'opposizione e le risposte del presidente Alessandro Repetto il consiglio provinciale, riunito ieri per l'ultima volta prima delle elezioni, ha respinto con 17 voti contrari e 9 favorevoli la mozione presentata dai capigruppo consiliari Roberto Bagnasco (Fi), Andrea Cuneo (Udc), Agostino Bozzo (An) e Marco Limoncini (Lega Nord) che impegnava presidente e giunta provinciale «a partecipare ufficialmente con gonfalone e delegazione al Family Day di Roma». I consiglieri del centrodestra, che pur non sono stati capaci di essere tutti presenti per una discussione tanto delicata (assenti Luigi Canale e Giovanni Costa per Forza Italia, Marco Limoncini per la Lega, Francesco Casaretto e Augusto Sartori peri An) hanno motivato la richiesta ricordando l'adesione del consiglio regionale alla manifestazione, che vedrà la presenza di molta parte della società civile e di esponenti e amministratori di differenti estrazioni politiche.
Di diverso avviso la maggioranza di centrosinistra. Il presidente Alessandro Repetto ha invitato a evitare strumentalizzazioni. Ma il dato netto è che tutta la Margherita, sempre a caccia di voti cattolici, ha bocciato la partecipazione a una manifestazione «benedetta» dalla Chiesa e dai vescovi. «Partecipare al Family day - spiega Repetto - deve essere una scelta personale. Su un tema così importante, che ci ha visto impegnati e che sarà al centro del mio programma elettorale e della prossima legislatura, occorre evitare strumentalizzazioni. Anche la Cei ha ricordato come i parroci partecipino alla manifestazione liberamente e quindi non c'è stata una posizione dei vescovi e della Chiesa. Dicendo no alla richiesta del centrodestra la mia posizione riflette il pensiero laico di Alcide De Gasperi lasciando liberi di partecipare secondo coscienza e rispettando, allo stesso tempo, la Chiesa. Non andrò al Family day perchè sono in campagna elettorale, ma se non ci fossero le elezioni avrei potuto scegliere di andarci».
«La deluzione è tanta - ribatte Bagnasco - perchè abbiamo presentato una mozione equilibrata che poteva essere votata come è successo in Regione. L'affermazione sulla Cei e la presunta mancata adesione della Chiesa alla manifestazione di Roma, inoltre, non è accettabile perchè tutti sanno quanto siano chiare le indicazioni dei vescovi e come siano nette le posizioni dei cattolici. Su altri principi avevamo ascoltato dal presidente Repetto logiche di superamento degli schieramenti, stavolta no».
La posizione del capogruppo Bagnasco ha scaldato anche gli altri alleati dell'opposizione. «Partecipare alla manifestazione di Roma - dice Andrea Cuneo, Udc - significa esprimere profondi valori a cui la politica dovrebbe fare riferimento. Come cattolico credente, ma non fazioso, il voto contrario del centrosinistra ha dimostrato come all'interno della maggioranza sia ancora forte il problema e le contraddizioni con l'estrema sinistra. La posizione dei consiglieri della Margherita ci ha lasciato l'amaro in bocca perchè speravamo in un voto differente». «Alla manifestazione di Roma - spiega Agostino Bozzo di An - bisogna andarci a 360 gradi senza le bandiere dei partiti ma con i gonfaloni di tutte le istituzioni locali.

Occorre rivalutare la famiglia che negli ultimi decenni è stata messa all'ultimo posto della scala dei valori nella società italiana. I consiglieri della Margherita e il presidente Repetto hanno dimostrato come siano ostaggio dell'estrema sinistra su un tema così importante».

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