Provincia a rischio multe per colpa della Regione

Provincia a rischio multe per colpa della Regione

(...) e gli Enti locali per la rilevazione, l'elaborazione e la diffusione dei dati in materia di collocamento e di politiche attive per l'occupazione. In parole povere si tratta di un sistema informatico che incrocia la domanda e l’offerta del lavoro, monitora il mercato del lavoro e sviluppa servizi di accompagnamento per l’occupazione. Un progetto che in Liguria ha preso il via ufficialmente nel marzo del 2008 ma che per ragioni di natura tecnica non funziona, nonostante le rassicurazioni date dall’assessore al lavoro in Regione. Il sistema Rubens per la Liguria è un progetto elaborato da Datasiel.
L’accusa di Repetto è di quelle pesanti: «Non ci sono le condizioni per portare avanti questo progetto. L’amministrazione provinciale è continuamente soggetta a rischio ricorsi e richieste di danni pecuniari da parte delle imprese che, a loro volta, possono ricevere sanzioni dagli enti previdenziali ed ispettivi». Secondo il presidente della Provincia di Genova i centri per l’impiego, che sono gestiti direttamente dalle amministrazioni provinciali, non riescono a svolgere il loro compito, «Il Sil non permette ai servizi pubblici per l’impiego di svolgere i compiti cui per legge sono deputati» scrive in una lettera inviata a Vesco, questo significa che i Cpi non hanno la possibilità di vedere aggiornato neanche lo stato di occupazione o disoccupazione dei lavoratori perché le posizioni si modificano automaticamente: «Gli errori che vengono di volta in volta scoperti e corretti manualmente da parte dei Cpi,- denuncia Repetto- spariscono dal sistema dopo qualche giorno, così come le certificazioni caricate sul diritto alle agevolazioni per le imprese».
Ce n’è anche per il lavoro domestico. I datori di lavoro non ricevono i bollettini dall’Inps per il versamento dei contributi, gli extracomunitari che devono rinnovare il permesso di soggiorno non riescono a produrre alla Questura i bollettini necessari al rinnovo, le ricevute arrivano ad indirizzi sbagliati o con dati non corretti.
Non solo disfunzioni tecniche per i centri per l’impiego, ma anche una serie di rallentamenti nelle procedure con altri enti come Inps e Inail, come la compilazione delle statistiche istituzionali ed il report annuale dell’Osservatorio del mercato del lavoro.
Fatti gravissimi, secondo il presidente della Provincia che arriva a chiedere perentorio a Vesco di «accantonare il sistema e recepire ed adattare alla realtà ligure, nell’ambito del riuso fra amministrazioni pubbliche, sistemi informativi del lavoro che danno buona prova di sé e sono ormai stabilizzati». «Nonostante l’amarezza nell’aver dissipato il lavoro fatto in questi anni di sviluppo dei Cpi e la perdita di immagine e credibilità- prosegue Repetto - sottolineiamo ancora che questa nostra richiesta è fatta nell’ottica della collaborazione per evitare danni ancora più gravi di immagine e pecuniari alle nostre amministrazioni».
Ma prima di Repetto c’era chi già aveva denunciato il mal funzionamento del Sil Rubens. Era stato Alessio Saso, oggi consigliere regionale di Alleanza Nazionale ed ex assessore comunale di Imperia alle politiche del lavoro, a richiamare l’attenzione della giunta Burlando sull’inefficienza del sistema operativo con l’assessore Enrico Vesco che ha da sempre difeso e sostenuto il Sil. «Nell’era dell’informatica - denuncia Saso- che dovrebbe semplificare e velocizzare tutte le procedure, ovvero la gestione e il raccordo di tutti i dati della domanda e dell’offerta di lavoro, ci troviamo di fronte all’assurdità del Sistema che invece di facilitare le procedure le ostacola». Quello che viene sottolineato da Saso è il fatto che sia stato Repetto a sconfessare Vesco, «suo collega nel centrosinistra- prosegue il consigliere di An-.

Con la sua lettera arriva addirittura a manlevare pubblicamente la Provincia da qualsiasi danno comportato a lavoratori ed aziende derivante da false attestazioni rilasciate sulla base delle elaborazioni fatte dal sistema Rubens stesso. Vesco si cerchi un’altra occupazione».

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