La provocazione Dopo d’Aviano, si faccia una fiction su Lepanto

di Livio Caputo

Il famigerato «politicamente corretto» ha colpito ancora: nell’ultimo Consiglio d'amministrazione il presidente Garimberti e i due rappresentanti del centro-sinistra Van Straten e Rizzo Nervo hanno votato contro la partecipazione della Rai alla produzione di un film su Marco d’Aviano, il frate friulano che mise insieme la Lega Santa per liberare Vienna dall’assedio dei Turchi nel 1683. Un voto contrario che, manco a dirlo, ha trovato subito il consenso non solo dell'opposizione, ma anche del giornale web di Fare Futuro, la fondazione di Gianfranco Fini.
Il «no» al film, che sarà realizzato da Renzo Martinelli anche con fondi austriaci e polacchi, è stato spiegato così da Van Straten: «Ci sembra francamente sbagliato che un servizio pubblico partecipi a una produzione che si preannuncia marcatamente antiislamica e che, richiamando la coincidenza di date (11 settembre) tra la sconfitta di Kara Mustafa e l’attentato alle Torri gemelle, avrà un titolo provocatorio». Garimberti ha aggiunto di temere che la pellicola alimenti lo scontro di civiltà in un momento in cui c’è invece bisogno di dialogo. In altre parole, i due (e chi ha dato loro ragione) sembrano temere un bis del caso delle vignette di Maometto, che scatenarono in tutto il mondo musulmano violentissime reazioni. Ma è facile ribattere ai loro argomenti con alcune domande.
1) Abbiamo ormai talmente paura dell’Islam, che non possiamo neppure più dedicare un film a un eminente personaggio della storia della Cristianità, beatificato da Giovanni Paolo II nel 2003, cui dobbiamo almeno in parte che i turchi non siano riusciti ad abbattere il Sacro Romano Impero e ad arrivare fino a Roma?
2) Perché non dovremmo celebrare un evento epocale come la battaglia di Vienna, che ha segnato l’inizio del ripiegamento dell’Islam dal nostro continente, quando Gheddafi preannuncia che presto tutta l’Europa diventerà musulmana e Hamas ha appena realizzato una «fiction» intitolata «La grande liberazione», che descrive la distruzione di Israele?
3) Invece di avere paura di rievocare i momenti cruciali di uno scontro che, ci piaccia o no, dura a fasi alterne da 1.

400 anni, non sarebbe il caso di enfatizzarli, dimostrando così - in maniera del tutto incruenta e rispettosa della storia - a quei (troppi) musulmani convinti che il tempo gioca a loro favore che non siamo ancora disposti ad alzare bandiera bianca?
4) Di conseguenza perché, invece di giocare sempre soltanto in difesa, non pensiamo addirittura a mettere in cantiere anche un film su Poitiers (vittoria di Carlo Martello sugli Arabi che ne fermò l'avanzata verso il cuore dell’Europa) e su Lepanto (distruzione della flotta turca che stava diventando padrona del Mediterraneo)?
Saremo magari politicamente scorretti, ma certo più in sintonia dei pusillanimi avversari del film con la maggioranza degli italiani che, quando conosceranno meglio attraverso la Tv le gesta di Marco d’Aviano, ne faranno senz'altro uno dei loro eroi.

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