Psicologi alla ricerca dei padri perduti

Gli studiosi si interrogano sulla figura e sul ruolo del genitore nella società contemporanea

Ma quali papà? Non esistono più. Chi lo è non lo sa, e chi lo ha non sa perché. In sostanza è quanto emerge dal convegno «Il dono del padre, riflessioni sulla paternità» che si è svolto ieri alla sala Quadrivium in piazza Santa Marta a Genova. Convegno in cui si evidenzia come l’indispensabile figura paterna stia subendo uno «sbiadimento» - dai relatori è uscito anche il neologismo - con effetti negativi sia sulla propria identità, sia sui figli. Pieno accordo tra i partecipanti nel riconoscere i problemi, eppure sorgono diverse opinioni non solo nel trovare soluzioni, ma anche nel risalire alle cause che hanno trasformato i padri delle ultime generazioni in una figura più indefinita. Eterni ragazzi, che si sposano con un’altra madre per trovare nei propri figli un nuovo amico del cuore. Questo sarebbe il ritratto del padre contemporaneo, smarrito nella sua dimensione di capofamiglia e ormai privo della propria identità maschile. Ma la ricerca di queste identità: paterna e maschile stimola idee che devono riconsegnare al papà del terzo millennio quel ruolo che gli compete. In questa direzione va l’intervento dello psicologo e psicoterapeuta Arturo Sica: «Oggi si parla di immortalità, non si vuole più soffrire e non si accettano momenti di stacco, dolorosi ma necessari per acquisire maggiore responsabilità. Lo stacco dalla madre è una frattura che deve essere corretto, ma è necessario».
Ragioni storiche e sociali invece caratterizzano l’intervento dello psicoterapeuta Vittorio Soana. Negli ultimi decenni, secondo il suo giudizio, i problemi dei giovani rispecchiano quelli dei padri che dagli anni ’70 in poi hanno dimostrato di non avere un’adeguata autorità. Emblematici i ritratti dei figli, nati negli anni della contestazione sociale che non riconoscevano nessuna autorità a partire da quella paterna. Sono ragioni antropologiche e storiche molto più antiche quelle che individua Claudio Risé nelle cause dell’autosmarrimento del padre. Lo psicoanalista afferma che Balzac aveva già individuato secoli addietro l’origine dei problemi, quando sostenne che «i francesi, tagliando la testa al re avevano decapitato tutti i padri». Insomma: padri in ricerca di se stessi, che cercano un ruolo più specifico per poter nuovamente valorizzare le proprie specifiche caratteristiche. Situazione che, stando alle osservazioni di chi con i padri lavora, sembra in leggero miglioramento. Dal canto suo Daniela Cattivelli, coordinatrice di uno dei sette centri Spazio Famiglia, «Lanterna Magica», sottolinea come i nuovi giovani padri si informino sempre di più sui propri ruoli.

Ma c’è anche chi padre vuole essere, ma non può. Ricca di commozione la denuncia dell’Associazione padri separati nel ricordare quegli individui vittime di alcune sentenze della magistratura che non hanno rispettato i diritti di tutti i papà.

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