Sport

Psycho, O'Animale, El Negro: ecco la squadra di calcio più cattiva del mondo

Alcuni sono timidi come educande, altri insospettabili come un maggiordomo. Dal killer di Maradona al giustiziare di Combin fino allo strizzapalle di Gascoigne, la galleria dei duri che solo Quentin Tarantino potrebbe allenare (compresi due dei nostri...)

Psycho, O'Animale, El Negro: ecco la squadra di calcio più cattiva del mondo

Una banda così è meglio non incontrarla mai, tantomeno a notte fonda, quando rientri a casa da solo. É la squadra di calcio più cattiva del mondo, tipi rissosi, irascibili e a volte carissimi come Braccio di Ferro, più che una squadra da sogno un undici da incubo. Manca Materazzi ma solo perchè è troppo facile. Gli altri li abbiamo selezionati con cura. Prendendoli rigorosamente con le molle.
1 Harald Schumacher
(Colonia)
Prima di Ralph era lui lo Schumacher più famoso del mondo. Il frontale però lo fece con il francese Battiston: puntò alla testa con un'uscita alla Bruce Lee e lo mandò in buca come un colpo di biliardo. Il fallo più pulp della storia. Poi ghignò: «Se vuole mi mandi pure a casa il conto del dentista...»
2 Vinnie Jones
(Wimbledon)
Il cattivo dei cattivi. Un passato da manovale, una condanna per lesioni aggravate, due autobiografie, l'espulsione più veloce della storia, una foto cult che lo ritrae mentre stringe con crudeltà i testicoli di Gascoigne, da quella foto hanno pure scolpito una statua. Ora fa l'attore. E fa il cattivo anche lì.
3 Stuart Pearce
(Nottingham Forrest)
Timidissimo, educatissimo, era un semplice elettricista quando gli Sky Blues lo acquistarono tra i dilettanti per lanciarlo nella Premier. Era soprannominato Psycho, come il film di Hitchcock per gli occhi da pazzo con cui scendeva in campo e le entrate assassine. Gli piacevano i colpi di testa. Specie sui denti degli avversari.
4 Ramon Aguirre Suarez
(Estudiantes)
Detto «El Negro», argentino con passaporto paraguagio, faccia da ergastolano, trasformò a calci e pugni il milanista Nestor Combin in una bistecca al sangue nella finale intercontinentale del 1969. Fu denunciato a piede libero per violenze e squalificato per trenta giornate. Si rifugiò in Spagna. Dove spaccò l'orbita occipitale a Santillana.
5 Oscar Ruggeri
(River Plate)
Eppure è stato uno dei centrali più grandi di sempre. «El Cabezon» campione del mondo nel 1986, una stagione pure ad Ancona, nel 1994 fu messo al bando dai club argentini tutti che si rifiutarono di ingaggiarlo perchè troppo falloso. Chiuse la carriera con una rissa galattica in coppa Conmbol. Vinse anche lì. Per ko
6 Paolo Montero
(Juventus)
Sempre elegante, figlio di una famiglia bene, padre calciatore pure lui, ha il record italiano di espulsioni: sedici, una più meritata dell'altra. Si menava anche con i tifosi avversari, ma aveva un codice d'onore: «Gli avversari che picchio rispettano la mia violenza perchè è grossolana ma, a suo modo, leale». Non contradditelo, please.
7 Andoni Goicoetxea
(Atletico Bilbao)
In Spagna dicevano che solo la Santa Inquisizione poteva arrestare il macellaio di Bilbao. Nel salotto di casa in una teca di cristallo conserva ancora una sola scarpa da gioco: «Quella che ho usato per distruggere malleolo e legamenti della caviglia di Maradona». Sinistra naturalmente....
8 Pasquale Bruno
(Torino)
Detto O'Animale, forse più pittoresco che cattivo, aveva il gomito a serramanico e la crisi isterica facile. Per mesi e mesi ha occupato il primo posto nella classifica del settimanale satirico «Cuore» nelle Dieci cose per cui vale la pena di vivere.
9 Duncan Ferguson
(Everton)
Aveva spedito in ospedale un poliziotto, un pescatore e un tifoso con le stampelle. Ma in galera ci finì per una testata sulla faccia di John McStay dei Glasgow Rangers. Tre mesi di galera. Primo calciatore a finire in prigione per un fallo di gioco. A fine pena all'uscita lo aspettavano i fotografi. Disse: «Di solito nelle foto ho un numero appeso al collo...»
10 Romeo Benetti
(Milan)
L'uomo giusto per un film di Tarantino, ma anche di Sergio Leone, una faccia da duro, con i baffi o senza, ma una sorella che si chiama Giulietta e la passione per i canarini. Ha lasciato sul campo un ossario. Ma è stato più Zio Tibia che sicario.
11 Nezar Trabelsi
(Fortuna Dusseldorf)
Un cannoniere nato. Ma sempre corretto, mai un'espulsione, mai un'ammonizione. Ma un giorno però decide di salire dentro un furgoncino imbottito di esplosivo e di farsi saltare davanti alla base americana di Kleine-Brogel nel nome di Al Qaida. Lo hanno preso appena in tempo. Sempre corretto. Ma più cattivo di così..

.

Commenti