«Punito dai cattocomunisti per il voto al candidato Pdl»

«Punito dai cattocomunisti per il voto al candidato Pdl»

(...) in cui annunciavo che avrei votato Podestà senza se e senza ma, è arrivata la comunicazione via fax. Anzi, la lettera è indirizzata a me solo per conoscenza, il destinatario è il segretario regionale Luigi Baruffi: lo informano che diventa commissario dal 16 giugno 2008. Forse non sanno neanche come si scrive una lettera».
Forse il partito non ha gradito i quindicimila manifesti?
«Credo si tratti di una decisione premeditata, perché dalla comunicazione sul ballottaggio fatta da Cesa e amici, anzi compagni, sembrava di cogliere l’opportunità della libertà di voto. Se libertà di voto significa ancora poter esprimere un parere verso uno dei due... ma forse ho interpretato male il messaggio».
È rimasto sorpreso dal commissariamento?
«A Cremona l’Udc è apparentata con il Pdl, a Pavia è apparentata dal primo turno con il Pdl e nessuno è stato commissariato. Invece il provvedimento contro di me è stato preso solo per aver espresso un’opinione e sostegno di Podestà. Se Baruffi e amici volevano dare indicazioni diverse, si è mal colto dal comunicato. La verità è che è stato un tentativo di tenere il piede in tre scarpe, auspicando la vittoria di Penati per andare in giunta con lui. È la riprova che l’apprezzamento a Moratti e Formigoni era solo un tentativo di salvaguardare gli assessorati in Comune e Regione».
Come si spiega la decisione di non sostenere il Pdl proprio a Milano?
«È il partito milanese e lombardo che non ha saputo rivendicare a pieno titolo autonomia. Paghiamo il prezzo nei confronti di Roma già pagato nel 2008 quando ci hanno imposto Tabacci e Pezzotta nei collegi lombardi. De Poli nel Veneto ha imposto la sua linea, invece Baruffi è debolissimo e accetta passivamente le indicazioni romane. Abbiamo sempre manifestato debolezza nei confronti di Roma ed ecco la risposta da parte di Roma nei confronti di colui che si è reso responsabile di lesa maestà».
Ha intenzione di lasciare il partito e passare al Pdl?
«No, non lascio assolutamente. Prima che coordinatore, sono un iscritto dell’Udc, a differenza di Marcora, Tabacci, Pezzotta. Farò la minoranza rumorosa e promuoverò iniziative contro Cesa e Casini, che con la loro linea a macchia di leopardo gettano solo confusione nell’elettorato dell’Udc. Inviterò tutti gli iscritti a manifestare disagio nei confronti di Roma per aver imposto una linea senza il supporto congressuale. Chiederemo in tutta Italia un congresso che non delegittimi chi mantiene linearità nei confronti dei dettami politici del partito. Sono Cesa e Casini che si sono appropriati indebitamente di linee politiche non condivise dal congresso».
La giunta Moratti ha stampato manifesti in sostegno di Podestà. Soddisfatto?
«È strano che io venga commissariato, quando Verga, che è uno degli assessori della giunta Moratti, appare sui manifesti votando Podestà. È una contraddizione unica, ma credo di essere io quello lineare, non loro. Come fai a essere commissario cittadino, propendere per Podestà e rimanere neutro?».
Adesso che cosa ha intenzione di fare?
«Continuo fino al 22 con la mia campagna elettorale, con più forza di prima, chiedendo agli elettori di non farsi prendere in giro da cattocomunisti travestiti da Udc come Tabacci Pezzotta, Marcora. Una considerazione che si può estendere anche a Casini e Cesa».


Ma allora vuole farsi espellere dal partito...
«Se sarò espulso, ci saranno i probiviri a giudicare quale sia la mia colpa. L’aver dato del cattocomunista? Credo che nel linguaggio politico sia un aggettivo più che lecito».

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