«Rien va plus, les jeux sont faits». Ma, a differenza di quanto accade alla roulette, tutti i giocatori usciranno vincenti dal bando che ha messo in palio 3mila nuovi diritti ippici. E il motivo è presto detto: lAmministrazione dello Stato ha ricevuto offerte «solo» per 836 agenzie, vale a dire il 28% di quelle messe a gara. La pubblicazione della graduatoria sulla Gazzetta Ufficiale, prevista a giorni, rappresenta solo un atto formale. Che poi abbiano partecipato tutti i maggiori provider del settore, anche per un numero importante di agenzie, non aggiunge nulla allo stato dellarte. La recessione in atto ha finito per accentuare il difficile momento dellippica che accusa la concorrenza di altri prodotti, a cominciare dalle scommesse sportive, e vanta una rete di raccolta estesa a sufficienza lungo la penisola. Per fortuna cè ancora chi crede in questo mercato: Snai, attraverso la consociata Agenzia Ippica Monteverde, ha presentato 303 offerte, Sisal 138, Lottomatica 70. La maggior parte delle proposte, come informa Agicos, sè aggirata attorno ai 90-100mila euro, per cui non sè staccata molto dalla base dasta. Qualche concessionario storico sè spinto oltre i 100mila euro, da record le offerte di Agenzia Ippica Cento e Ippica Seregnese che sono arrivate a quota 161mila.
Snai non sè tirata indietro, chiediamo al suo presidente Maurizio Ughi. Vuol dire che guarda ancora con favore allippica?
«Ma certo. Altrimenti non avremmo investito un budget così rilevante per mantenere le 130 agenzie storiche che fanno capo al nostro gruppo e ottenere altre 170 licenze ippiche con lobiettivo di aumentare lappeal di altrettanti negozi sportivi. Noi continuiamo a puntare forte su questo mercato, prima o poi si riprenderà».
Ma ci vogliono dei forti correttivi, è daccordo?
«Su questi temi non ci siamo mai tirati indietro. Quante volte noi di Snai abbiamo detto che le scommesse ippiche, come quelle sportive, andrebbero trasferite ad Aams? E non solo perché i Monopoli possono creare sinergie con gli altri giochi. In prospettiva lUnire dovrebbe svolgere un compito simile a quello del Coni che funge da ente regolatore degli eventi. E, al pari del Coni, ricevere dal Governo un budget sufficiente a gestire lattività. In questo modo lUnire si potrebbe dedicare alla valorizzazione del prodotto, dalla qualità delle corse alla ristrutturazione degli ippodromi».
Ai primi di giugno il Tar si pronuncerà sui minimi garantiti.
«Abbiamo fiducia nellesito dei ricorsi portati avanti da AssoSnai perché Aams, nel momento in cui è cambiato il mercato, non ha adottato i criteri di salvaguardia previsti dalla legge per agevolare i vecchi concessionari. I minimi garantiti vanno riproporzionati alle dimensioni del mercato che sè notevolmente ampliato rispetto a quello di partenza».
Il decreto pro Abruzzo permette ai concessionari di liberalizzare il palinsesto con avvenimenti complementari rispetto a quelli ufficiali. È una sua vittoria.
«È il successo di tutti i concessionari che da tempo chiedevano di dare unimpronta personale alle offerte per presentarsi in maniera differenziata alla clientela. Ma la regolamentazione deve arrivare in tempi brevi».
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