Milano - Secondo l’Istat in Italia, dopo l’avvento dell'euro i prezzi delle automobili sono cresciuti meno dell'inflazione, come dire che oggi a comprare una macchina si fa un affare. Non è sempre così, visto il flusso di importazioni parallele giustificato dal grande divario che esiste fra i prezzi praticati nei diversi Paesi dell’Unione europea per lo stesso modello. Differenze che emergono in tutta la loro evidenza nello studio comparativo (guarda i prezzi) pubblicato semestralmente dalla Commissione di Bruxelles.
Prendiamo, come esempio, la Fiat Grande Punto: la 1.3, 75 cv costa in Italia, tasse incluse, 15.400 euro, meno in Spagna (14.345) e in Lussemburgo (13.960), ma molto di più in Olanda (17.595) e Irlanda (18.545).
La forbice si allarga mostruosamente se usciamo dalla zona euro, con la stessa vettura che in Lettonia viene venduta a 12.294, che diventano 26.560 in Danimarca, Paese dove l'automobile è massacrata dalle imposte. Lo stesso vale anche per auto più grosse, come la Mercedes E220 Cdi: 41mila euro in Italia, 39mila in Germania, 43mila in Spagna, 54mila in Olanda e 107mila in Danimarca. La giungla delle diverse aliquote applicate sull’automobile (in Portogallo, mercato dove i prezzi, tasse escluse, sono i più bassi di Europa, si arriva addirittura ad applicare, dopo l’iva, un ulteriore balzello crescente in funzione della cilindrata, una tassa sulla tassa) è in buona parte responsabile di prezzi così diversi, di fronte ai quali il cliente si chiede se non sia meglio andare a acquistare la macchina dove il prezzo è più conveniente, magari lasciandosi tentare dalle offerte che commercianti, prevalentemente tedeschi, lanciano su internet.
Prima di prendere l’auto o il treno per Monaco o per Düsseldorf è meglio però considerare l'altro motivo che è alla base del differenziale fra i prezzi, vale a dire le «specifiche» di un modello, estremamente variabili secondo il mercato, caratteristiche di allestimento che rendono spesso difficile la comparazione dei prezzi. Emblematico è l’impianto di climatizzazione, sempre più diffuso come standard in Paesi come l'Italia e la Spagna, ma offerto come optional (sull’identico modello) agli automobilisti del Nordeuropa, molto più sensibili ai sedili riscaldabili. Lo stesso avviene con gran parte dei dispositivi elettronici, da noi ormai indispensabili ma poco amati, per esempio, dai francesi, che vivono l’auto come puro mezzo di trasporto.
La comparazione si complica ulteriormente con i «pacchetti», che comprendono tanti optional di serie, e le periodiche promozioni, senza contare gli incentivi statali.
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