Cultura e Spettacoli

Punto, punto e virgola & Co.

Una misteriosa convocazione per un gruppo di persone (?). Un presunto sabotaggio subito da uno scrittore (?). Che cosa lega questi due episodi?

Punto, punto e virgola & Co.

Il tipo rotondo e bassotto si avvicina alla signorina magra, seduta con le lunghe gambe accavallate.
"Mi scusi, signorina, le dispiacerebbe dirmi il motivo per cui l'hanno chiamata qui? Guardi, glielo chiedo perché io non lo so perché mi hanno convocato, e pensavo che... Insomma, sono un po' preoccupato, visto che sto qui dentro da più di un'ora e nessuno si è ancora fatto vivo...".
"No, me lo chiedo anch'io", fa quella. "Però... ho ricevuto a casa una lettera di convocazione. Scritta decisamente male, fra l'altro".
"Ah, una lettera. Anch'io ho ricevuto una lettera", fa il bassotto. E poi, visibilmente seccato e alzando il tono per farsi sentire anche dagli altri: "Però, è un bel po' che aspetto... Non è che per caso bisogna prendere il numeretto, come in Comune?". La battuta del numeretto la fa ammiccando in direzione di una coppia seduta di fianco alla signorina, su un divano.
"Io distributori di numeretti non ne ho visti", risponde sorridendo quello che probabilmente è il marito. È cortese ma anche lui visibilmente infastidito dall'attesa. "Anche noi abbiamo ricevuto la convocazione per lettera...".
"Certo", conferma la sua signora. "E sono d'accordo con lei, mia cara. Era una lettera davvero poco curata...", aggiunge facendo un cenno d'intesa alla coscialunga.
"Be', a questo punto è chiaro che la lettera di convocazione è uguale per tutti". È la voce flautata di un altro uomo. Sta guardando fuori dalla finestra e ha parlato senza nemmeno voltarsi. "Evidentemente, abbiamo in comune qualcosa, senza saperlo, vero amore?", aggiunge tornando al suo posto e accarezzando la schiena all'amichetto. Sembrano gemelli, più che una coppia di gay.
Il bassotto, la coscialunga, il marito e la moglie non hanno ancora finito di scambiarsi le tipiche occhiate dense di sorpresa e compatimento per i froci, quando la porta della parete opposta alla finestra si apre ed entrano tre ragazzini sui quindici anni. Si somigliano come tre gocce d'acqua e, stranamente composti per essere degli sbarbatelli, camminando in fila indiana salutano all'unisono ("buongiorno a tutti") e vanno ad accomodarsi sull'altro divano.
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"Il signor Fermo?".
"Sono io".
"Prego".
"Finalmente, stavo quasi per andarmene...".
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Uno alla volta, furono chiamati tutti. Anzi, non uno alla volta: dopo il signor Fermo toccò alla signorina Verga; poi fu la volta dei coniugi Manuzi; quindi dei due gay, ovviamente insieme anch'essi; e infine dei tre gemelli.
Non solo. Nel salotto di quel bell'appartamento signorile comparvero, il giorno dopo, altri personaggi che i lettori ben conoscono. Ne citeremo soltanto alcuni: il dottor Ammirante, con il suo incedere impettito e reggendosi a un lungo bastone d'ebano; il cavalier Ricciolo, dallo sguardo indagatore e ammiccante; e tre coppie di sorelle pettegole e zitelle dai cognomi bizzarri: Caporali, Apici e Bisapici.
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"Milano, 4 marzo 2010
Egregio Signore Gentile Signora
la presente per informarLa di un evento increscioso verificatosi or non e molto Si tratta dell inqualificabile atto di sabotaggio subito dalle mie opere in corso di stampa da circa un mese presso l Editrice Il Refuso di Milano Affinche Lei possa verificare in prima persona la gravita del fatto che non ha precedenti nella storia dell editoria italiana e confidando nella Sua comprensione come dire di addettoa ai lavori Le spedisco copia dei volumi in questione Purtuttavia siamo qui e Volendo volare InvitandoLa a prenderne visione posso contare sulla Sua collaborazione al fine di smascherare gli autori dell atto criminoso La ringrazio fin d ora e porgendoLe i piu cordiali saluti La invito a presentarsi il giorno presso lo studio del mio legale avv Antonio Sculacciabuchi Della Prospera sito al numero civico 8 di via Castruccio Castracane alle ore Le trasmetto i sensi della mia piu viva ammirazione
Italo Muso"

Come dar torto alla signora Manuzi (suo marito si chiama così perché discende - lo si sarà compreso - da Aldo Manuzio, inventore, fra l'altro, del punto e virgola) e alla signorina Verga (altrimenti detta, nelle more, virgola)? La lettera di Italo Muso che abbiamo sopra riportato... parla da sola e, conoscendone l'autore, ci riesce difficile pensare a una messa in scena. Non è nelle corde di un pedissequo compilatore di luoghi comuni, adottare simile travestimento. Autentica, per contro, è la mutilazione subìta inopinatamente dai suoi libri, editi da "Il Refuso"... del tutto privi di punteggiatura e accenti.
Ma davvero il Muso ha convocato nello studio dell'avvocato Sculacciabuchi Della Prospera il punto Fermo; e la virgola Verga; e il punto e la virgola Manuzi, ovvero manuziani; e i due (inseparabili) punti che esplicano, uno sopra l'altro, la loro inclinazione uguale e diversa rispetto a quella dei coniugi che li hanno preceduti; e i tre gemelli... sospesi fra adolescenza ed età adulta; e l'esclamativo dottor Ammirante, dritto come un fuso o come un bastone; e l'interrogativo cavalier Ricciolo; e le sorelle pettegole e zitelle che riportano e diffondono citazioni di discorsi altrui: davvero il Muso li ha convocati per chieder loro aiuto?
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"Uno stream on consciousness incalzante e avvolgente. Una cavalcata nella landa desolata e selvaggia del mondo contemporaneo. Un'avventura esoticamente domestica nei gironi danteschi del male di vivere. E quell'assenza di punteggiatura e accenti, che sta a simboleggiare l'impossibilità di ricondurre nell'alveo della legge quel ben di dio d'esuberante Letteratura...".
Così scriveva, sul suo blog "Occhio alla penna" Nino Spulci, il più influente critico letterario del Paese, a proposito di "Purtuttavia siamo qui" e "Volendo volare", i due romanzi di Italo Muso pubblicati dal "Refuso". La lusinghiera, anzi entusiastica doppia recensione apparve in Rete il 5 marzo, ovvero il giorno dopo l'invio al signor Fermo & C. delle lettere di convocazione per mano dello stesso Muso.
Ebbene, accadde che l'autorevole investitura a firma Spulci, ripresa e amplificata da tutti i mezzi d'informazione nel breve volgere di una settimana, bastò a capovolgere l'orizzonte del Muso. E fu per questo che ai suddetti Fermo & C. l'avvocato Sculacciabuchi della Prospera non presentò, quando una decina di giorni dopo bussarono al suo studio, una formale richiesta di collaborazione volta a ripristinare l'ordine grammaticale nelle opere del suo cliente. Tutt'altro. L'abile leguleio, su mandato del bestsellerista fresco di stampa, convinse tutti a disertare i centri di stampa del "Refuso".
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"Ma che piacere rivederla, signorina Verga! Ricorda? Ci siamo conosciuti l'anno scorso, in quello studio legale di via Castracane...".
"Oh! Signor Fermo, certo che mi ricordo".
Sul volo Roma-Tokyo non c'erano soltanto la Verga e Fermo. C'era la famiglia della punteggiatura italiana al gran completo.

La «vacanza tutto compreso» di due mesi in Giappone, nel rassicurante anonimato dell'immensa folla di ideogrammi, era stata loro gentilmente offerta dal premio Nobel per la Letteratura Italo Muso.

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