Al Qaida all’attacco Strage al funerale almeno 50 i morti

da Bagdad

Un kamikaze ha ieri fatto strage di una famiglia in lutto nel Nord dell’Irak, facendosi esplodere durante il funerale di due fratelli, attivisti di un comitato popolare che lotta armi in pugno contro Al Qaida. Il bilancio è tra i più pesanti da diverse settimane: almeno 50 morti e più di altrettanti feriti.
E mentre in varie zone a Sud e a Nord di Bagdad continuano a venire alla luce nuove fosse comuni con i corpi di vittime della violenza interconfessionale, non si placa l’ondata di scontri nel grande sobborgo sciita Sadr City della capitale, tra schiere di miliziani dell’Esercito del Mahdi e forze Usa. Secondo fonti mediche, dalla fine del mese scorso i morti, solo a Sadr City, sono stati almeno 300, e i feriti oltre 1.620. E il governo pensa di «recintare» l’intero sobborgo per impedire il rinforzo dei miliziani.
I due fratelli di cui ieri si celebravano i funerali nel villaggio sunnita di Bou Mohammed, a circa 130 km a Nord di Bagdad, erano attivisti del locale comitato anti Al Qaida, un cosiddetto Sahwa (Risveglio). La loro famiglia era stata formalmente «avvisata» con minacce anonime a non tenere alcuna cerimonia funebre in loro onore.

Un attentatore suicida è passato dalle minacce ai fatti, alla carneficina.
Appena due giorni fa, quasi nella stessa zona, nella città di Baquba, un altro attentatore suicida alla guida di un’autobomba aveva causato la morte di 43 persone e il ferimento di altre 80.

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