Diciamocela tutta: se la struttura Delta esistesse, bisognerebbe licenziarla subito. Da qualche giorno Repubblica è impegnata a rovistare nella spazzatura degli archivi per dimostrare che dietro la Rai c’è una potente organizzazione (la struttura Delta per l’appunto) impegnata a trasformare la Tv pubblica in una succursale di Forza Italia prima e del Pdl poi, favorendo manovre pro-Mediaset. Ma il solerte impegno delle penne debenedettiane fa venire in mente una sola e pressante domanda: fra un articolo e l’altro,questi sapientoni, l’avranno trovato il tempo di accendere qualche volta la Tv? In effetti se tutto quello che la potente organizzazione è riuscita a produrre, conannidimacchinazioni, trame oscure, accordi segreti e pianidiabolici, èilpalinsestodiquesti ultimi anni Rai, beh, è roba da chiedere l’immediata risoluzione del contratto per giusta causa. Indegnità manifesta ad essere agenti Delta. Fatecicaso: Santorohacontinuato a imperversare, Fazio si è guadagnato spazi e prime serate, la Gabanelli è andata avanti come un rullo, Floris pure, Bianca Berlinguer e Maurizio Mannoni hanno «okkupato » la seconda serata insieme alla immarcescibile Dandini che sul suo divano ospita solo esponenti della sinistra. Vuoi cambiare canale? Nessun problema:su Raidue c’è Giovanni Minoli,su Raitre è arrivato l’ex Repubblica Mario Calabresi, e l’unico spazio libero al mattino è andato ad Andrea Vianello (pure lui di area). Sempre al mattino su Raitre c’è anche il commissario del popolo Corradino Mineo, il quale gestisce anche un’intera struttura di reduci dall’ Unità eda Paese Sera , capacidirealizzareRainews24, memorabile all news in salsa rossa dal sapore vagamente bulgaro. Tutti i giornalisti sono governati dall’Usigrai, che sta nella sinistra come il sale sul branzino. E la domenica è territorio di scorribande per Riccardo Iacona (ex Santoro) e soprattutto per Lucia Annunziata, incaricata di «dettare l’agenda alla politica», come ha dichiarato bellamente il suo direttore di rete. Come minimo, andrebbe retrocessa. Addio struttura Delta: per indegnità bisognerebbe ribattezzarlastrutturaLambdaostrutturaTheta. Facciamo struttura Omega e non se ne parli più: in fondo, come Spectre invisibile,siamo veramente all’ultimo posto in classifica. Tutti bravi professionisti, per l’amor del cielo, tutte persone validissime: ma come presunti macchinatori, beh, lasciano il tempo che trovano. Loro stanno lì a chiacchierare di Masotti e Pionati (discorsi importanti, si capisce) e intanto a viale Mazzini la vera struttura Delta, quella della sinistra che ormai s’è incistata anche nel mobilio, decide tutto. Fissa i programmi e distribuisce i soldi. Tanti soldi. Per dire: i giornalisti di Repubblica si scandalizzano perché i presunti berluscones (gente del popolo) parla del denaro in modo gergale, chiamando i milioni «cocuzze». Si capisce: Fabio Fazio non lo direbbe mai, lui usa termini assai più forbiti. Sarà per questo che alla fine di cocuzze ne incassa sempre di più. Che ci volete fare? In fondo è sempre stato così. Ma visto che i giornalisti di Repubblica , in questi ultimi giorni, hanno scoperto un certo amore per l’archivistica, consigliamo loro di andare ancora più a fondo nelle ricerche. Perché fermarsi al 2005? Studino la pratica almeno fino al 2000-2001. In effetti se si vogliono conoscere i segreti del potere occulto in Rai, le macchinazioni ai vertici di viale Mazzini, la commistione di politica e Tv pubblica, beh, lì si possono trovare delle vere meraviglie. Lezioni di struttura Delta. Anzi, anche di più: qui siamo a struttura Alfa e struttura Beta. Ricordate, tanto per dire, il presidente Rai Roberto Zaccaria? Nel settembre 2000, alla vigilia della campagna politica per le elezioni 2001, radunò a casa sua due consiglieri d’amministrazione(StefanoBalassone e Vittorio Emiliani) e tre politici della sinistra esperti di media (e non solo): Walter Veltroni, Vincenzo Vita e Giuseppe Giulietti. E insieme, tra un piatto raffinato e l’altro, senza parlare di cocuzze, ma al massimo di soldi, decisero di usare la Rai (servizio pubblico) come un manganello politico contro il candidato Berlusconi. E così fu, in modo coordinato e organizzato, a cominciare dalla primavera: partì Travaglio sul Satyricon di Luttazzi, continuò Santoro riprendendo il tema e aggiungendoci la discussa e forse manipolata intervista a Borsellino, ripresa (guarda caso)da Rainews,e sicontinuòconunacampagnamediatica tanto orchestrata quanto violenta che non risparmiò nessuno spazio e nessun veleno, fino ad arrivare alle interviste combinate e antiberlusconiane di Enzo Biagi, prima a Montanelli e poi a Benigni proprio alla vigilia del voto. Alla fine, nonostante la sconfitta subita, tutti i leader della sinistra riconobbero chela Rai li aveva aiutati a conquistare alcuni milioni di voti. E Freccero ne rivendicò pubblicamente il merito: «Ho quasi salvato l’Ulivo». Invece il direttore generale, PierluigiCelli, rassegnòledimissioni: lui pensava di dirigere la Rai e invece aveva scoperto che la Rai era direttadagliaccordisotterraneistabiliti dalla sinistra nei ritrovi serali di Veltroni, Giulietti & C. Patti veri, macchine perfette, mobilitazione pesante: altro che struttura Delta, altro che le chiacchiere della Bergamini e di Mimun su Giorgino e Masotti. Come dice Francesco Merlo su Repubblica ? «La lingua del comando »?Ecco:quella in viale Mazzini la conoscono davvero bene.
Ma la lingua del comando di viale Mazzini non c’entra niente con ForzaItalia, ilPdloilpartitopro-Mediaset. È la lingua che dice sempre sì agli ordini della sinistra. E chissà perché, viene comunque considerata raffinata. Anche quando non fa altro che leccare i piatti serviti a cena a casa di qualche Zaccaria.Ma quale "struttura delta" Guardate chi occupava veramente i vertici Rai
Repubblica grida allo scandalo per le intercettazioni di Bergamini e Mimun. Ma dimentica che sono i suoi amici di sinistra ad aver okkupato la tv di Stato. La vera lobby? E' il soviet sindacale Usigrai
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.