Cronache

Ma quali gatti e uccellini: gli animali da compagnia ora sono furetti e puzzole

Cambiano i gusti e così sempre più spesso nelle case entrano procioni, volpi, opussum e ricci

Ma quali gatti e uccellini: gli animali da compagnia ora sono furetti e puzzole

C'erano una volta i cani, i gatti, i criceti e le tartarughine. Ognuno sceglieva il suo animale da compagnia, a seconda dell'indole e delle preferenze. C'erano tipi da gatti e tipi da cani ad esempio. Poi c'erano i fenomeni, gli eccentrici, quelli degli animali come status symbol spesso pacchiano che esibivano iguane, pitoni, pavoni e nei casi da cronaca feroci felini africani.

Oggi lo spettro delle possibilità si è decisamente allargato. Le new entry nel mondo degli animali da compagnia sono ricci e fennec per chi non la conoscesse, è una piccola volpe del deserto capibara, asini nani e capre pigmee - perché vale la regola che piccolo è bello, anche per ragioni di spazio e maneggevolezza - tarantole e scarafaggi.

Le percezioni cambiano, la cultura pop anche. Prendiamo l'opossum, roditore nordamericano. La sua «carriera» con gli umani è iniziata in cucina, nel senso che finiva arrosto. Un secolo fa non era insolito trovarlo nel menu della Casa Bianca. Ed è tuttora cacciato perché considerato nocivo e infestante. Ora alcuni negli Stati Uniti lo adottano come animale domestico, magari raccattandolo dai pressi dei bidoni della spazzatura. Da due foto dei suoi occhioni neri a diventare star di Instagram poi il passo in certi casi è stato breve. Una strada dorata seguita anche da altri roditori prettamente selvatici come castori e procioni, ma anche piccioni e puzzole. Sì, proprio le puzzole. Con l'accortezza di rimuovere le ghiandole odorifere e di non reinserirli, poi, nella natura perché senza questa arma vitale non sopravvivrebbero. Secondo il New York Times siamo di fronte a un vero e proprio fenomeno sociale guidato dai Millennials affascinati dall'underdog, lo svantaggiato. E da tutto ciò che è strano ed eccentrico. Con il risultato che per il bisogno di rimandare a codici consolidati, evidentemente - i procioni diventano «panda da bidone», gli opossum «gatti della spazzatura» e le moffette «scoiattoli puzzoni». Sono gli animali che vivono degli scarti gettati nella spazzatura, ai margini della società, considerati da sempre inutili e dannosi. E che però risuonano nel cuore e negli account Instagram di molti.

Questione di gusti insomma. Ma c'è anche un'altra faccia della medaglia di queste adozioni bizzarre ed eterodosse. Ed è il capitolo che riguarda gli animali esotici. Un recente rapporto della World Animal Protecton, «Wild at Heart», lancia l'allarme sul loro traffico, che frutta dai 30 ai 42 miliardi di dollari l'anno, 20 dei quali provenienti da attività illegali. Con milioni di animali coinvolti e in viaggio. E quello che era una volta una bizzarria appannaggio di élite sta diventando una mania ben più diffusa. Anche in Cina, immenso mercato che è già il terzo al mondo in questa poco edificante classifica, dietro però a Stati Uniti e Giappone.

Un boom causato secondo il rapporto dalla facilità di acceso ai voli internazionali e dalla diffusione ormai globale di Internet, che hanno aumentato sia la disponibilità sia il desiderio di possedere un animale esotico per compagnia. Con effetti disastrosi. La loro cattura, trasporto e vendita implica sofferenze che spasso sfociano nella morte. Alcune specie, come il pappagallo cenerino originario dell'Africa, sono a seguito del prelievo intenso dall'ambiente naturale a rischio estinzione. Non solo. Oltre alla minaccia alla biodiversità questi animali, fuori dal loro habitat e tenuti in condizioni estreme, possono portare malattie e diventano una minaccia alla stessa specie umana. E le malattie che passano dagli animali all'uomo possono essere devastanti, come dimostrano i casi di SARS, febbre del Nilo occidentale e HIV. Non è quindi solo un caso di benessere animale, siamo tutti coinvolti.

E alla fine forse un coccoloso gatto o un giocoso cane non sono poi una scelta così banale.

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