Medicina

Quando il calore vince il tumore

Pazienti con tumore al fegato, polmone, rene, pancreas ed osso vengono sempre più spesso trattati efficacemente con le procedure di termoablazione. Questa metodica della radiologia interventistica richiede una degenza limitata e sostituisce chirurgie molto invasive. Analizziamo i vantaggi offerti da queste procedure di crescente impiego con il professor Lorenzo Bonomo, direttore del dipartimento di bioimmagini e scienze radiologiche, ed il dottor Marco Marchetti, direttore dell'unità di valutazione delle tecnologie, entrambi del Policlinico universitario Agostino Gemelli di Roma.
«Nel nostro dipartimento - precisa il professor Bonomo - eseguiamo da tempo procedure di termoablazione mirate al trattamento di tumori primitivi o metastatici di fegato, polmone e rene. All'interno del tumore inseriamo un ago in maniera percutanea ed in anestesia locale, sotto guida ecografica o utilizzando apparecchiature TC. L'ago è collegato ad un generatore che eroga onde a radiofrequenza solo nel tumore con conseguente necrosi dello stesso. Nell'ultimo anno abbiamo eseguito più di 60 trattamenti di termoablazione per pazienti oncologici con ottimi risultati in termini di risposta. I trattamenti sono eseguiti in anestesia locale associata ad una sedazione profonda, con un tempo medio procedurale di circa 1 ora. Si riduce lo stress per il paziente ed il dolore, minori sono gli effetti collaterali e le complicanze. Anche i tempi di ricovero ospedaliero diminuiscono e più rapida risulta la ripresa delle attività rispetto alla terapia chirurgica».
Le procedure di termoablazione si affiancano alle altre terapie mediche e chirurgiche in ambito oncologico.
«É fondamentale ai fini del risultato che la selezione dei pazienti venga effettuata in maniera multidisciplinare e condivisa con tutti gli specialisti coinvolti come avviene al Gemelli dove si discute collegialmente su tutti i casi per la scelta del trattamento più efficace e con minori rischi. Da anni impieghiamo la termoablazione sugli epatocarcinomi ed i risultati, in pazienti selezionati, sono simili a quelli ottenuti con la chirurgia. L'epatologia è un'area di eccellenza al Policlinico Gemelli; da oltre tre anni si è creato un gruppo multidisciplinare, HepatoCatt, per la gestione dell'epatocarcinoma.Tutti gli specialisti assieme valutano i pazienti e con un processo decisionale multitasking si scelgono decisioni diagnostico-terapeutiche di prima linea e di follow-up. Con oltre 250 nuovi casi valutati per anno, quella del Gemelli è la più grande nel Lazio, la maggiore del centro-sud ed una delle prime tre italiane».
Elevati i vantaggi della termoablazione anche per l'ente ospedaliero che ottiene sensibili risparmi economici. «Queste procedure consentono infatti una ripresa del paziente in tempi rapidi. Si riducono i costi legati alla degenza e si registra un ritorno precoce alla normale vita quotidiana. Una corretta valutazione delle procedure come la termoablazione, potrebbe determinare una riduzione del costo delle cure delle patologie tumorali polmonari ed epatiche», afferma Marco Marchetti.
«Al Gemelli inoltre si dà molta importanza alla ricerca clinica – aggiunge il dottor Roberto Iezzi, collaboratore del professor Bonomo - con nuove applicazioni in ambito oncologico, quali l’utilizzo di procedure combinate nel trattamento di lesioni tumorali epatiche eseguite abbinando in un’unica seduta l’esecuzione della termoablazione con procedura di chemioembolizzazione arteriosa ossia di chemioterapia selettiva seguita dall’occlusione del vaso che vascolarizza la lesione tumorale.

Tale approccio consente di ampliare le indicazioni alla termoablazione con possibilità di curare in un’unica seduta tumori di maggiori dimensioni, multipli o localizzati in posizioni tecnicamente complesse, in maniera efficace e soprattutto sicura, con riduzione dei potenziali rischi procedurali».

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