Cronaca locale

"Quando il Cavaliere salvò il teatro"

Il direttore del Manzoni annuncia la nuova stagione che sarà dedicata a Silvio Berlusconi. Da ottobre 57 spettacoli fra prosa e commedie

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È quando le luci si spengono e si illumina solo il palco (in questo caso lo schermo) che si avverte il sentire della platea. Grazie, Presidente. In fondo, quale miglior partenza di quella che manifesta un sentimento di riconoscenza. Così Alessandro Arnone, direttore del teatro Manzoni, ha presentato la prossima stagione dedicata a Silvio Berlusconi. Il video celebrativo ripropone il Cavaliere sorridere dalle poltroncine di velluto. In altre riprese si intravedono Indro Montanelli, Mike Buongiorno, svariati attori e cantanti. E si arriva all'anno scorso, quando, in occasione dei 150 anni del teatro, il Presidente ha consegnato un messaggio scritto di suo pugno che compare anche in apertura del libro dedicato all'anniversario (Mondadori Electa) ed è stato letto da Arnone: «Per me entrare al Manzoni è sempre stata una gioia.

Quando è arrivata una crisi (nel 1978) e ha rischiato di diventare un supermercato, non ho esitato a intervenire e a garantirgli di continuare a essere quello che è sempre stato: il teatro più bello della nostra Milano. Da allora, dietro richiesta, ho sempre detto la mia sui cartelloni della stagione successiva e agli artisti che andavano in scena mi permettevo anche, se del caso, di suggerire qualche miglioramento alla loro performance. Il Manzoni mi è entrato nel cuore e non ne è più uscito. Quindi "lunga vita al Manzoni"».

Applausi dalla platea formata anche da un buon numero di attori dei 57 spettacoli che si alterneranno da ottobre a maggio. Sull'onda degli auguri di longevità, il presidente del teatro Ernesto Mauri ha parlato di «storico record di incassi per gli ultimi 10 anni, le pièce della scorsa stagione hanno tutte superato l'85% di copertura della sala». Soddisfatto anche l'assessore alla cultura Tommaso Sacchi: «Qui c'è un pezzo meraviglioso di Milano, sono tante le persone cresciute al Manzoni, è un teatro gioioso». Quest'anno si intrecciano 4 cartelloni, la prosa con 11 serate, un extra di 18 appuntamenti dedicati a conferenze, a spettacoli di magia e danza, la sezione comicità, 11 serate intitolate «Ridere alla grande» e 17 proposte per la famiglia il sabato pomeriggio.

«Queste ultime sono un orgoglio per il teatro dell'ultimo decennio - ha ricordato il direttore - fanno sempre il tutto esaurito e hanno contribuito ad avvicinare i piccoli a teatro». Già. «Fra cento anni Tik Tok non esisterà più ma il teatro ci sarà» è stata la previsione di Paolo Ruffini che ha presentato «Quasi Amici», pellicola francese di grande successo, da lui interpretata assieme a Massimo Ghini. È la storia di un uomo molto agiato diventato tetraplegico dopo un incidente con il parapendio che cerca un badante e si imbatte in un ex delinquente, un uomo senza cultura. Poi arriva l'amicizia, «l'amore più importante che ci mostra che la vita è bella anche quando non lo è» (dal 18 al 24 gennaio 2024).

Gianluca Guidi che dirige e interpreta assieme a Giampiero Ingrassia «La strana coppia» (dal 21 novembre al 3 dicembre) ha ricordato che «Milano ha perso un importante teatro, il Nuovo in piazza San Babila che ha visto svariate volte recitare mia mamma e mio papà. Ora in quello spazio si cucinano e si vendono bistecche. Speriamo che la città ne apra altri: per crescere una società ha bisogno del teatro. Per questo ringrazio anch'io Berlusconi che ha permesso la sopravvivenza del Manzoni». Infine Guidi ha precisato che l'opera di Simon da lui riproposta «non è diversa dall'originale anche se si presenta come revival: vi sono spazi di modernità». È dedicato alla «sorellanza» «Fiori d'acciaio» (dal 2 al 14 aprile 2024) che riunisce sei donne sul palco. Martina Colombari è vittima della violenza del compagno: «È un testo anni '80 molto attuale, l'affetto delle amiche aiuta la protagonista a riprendere a vivere. Non sempre noi donne siamo brave a prenderci per mano, invece...

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