Lassoluta inutilità dei giornali, ormai, è qualcosa di più di un luogo comune. È una specie di dichiarazione-postulato, un dogma di fede: i giornali sono inutili. Con corollario indispensabile: il giorno dopo, nel migliore dei casi, vengono buoni per incartarci le uova. Nel migliore dei casi.
Ecco, per una volta, siamo qui a raccontare unaltra storia. La storia di un articolo, pubblicato il 5 agosto 2008 su queste pagine, che raccontava dello scandalo di chi, lampedusano, per una semplice dialisi era costretto a lasciare casa, famiglia, lavoro e andare a Palermo o ad Agrigento per poter continuare a vivere. Meglio, a sopravvivere. Tutto questo mentre - giustamente, per carità, il senso di umanità viene prima di tutto - il centro di prima accoglienza per gli extracomunitari veniva fornito di nuovi strumenti sanitari.
Insomma, raccontavamo il dramma di malati costretti a emigrare. Abbiamo dedicato alla storia un titolo in prima pagina e un articolone allinterno con date, testimonianze, nomi e cifre. Un vero e proprio scandalo, soprattutto perché per far funzionare la dialisi - che avrebbe permesso ai malati sullisola di non emigrare - mancava poco o nulla. Storie di burocrazie, di competenze di Asl, di macchinari da collegare, di cavetti.
Ora, la svolta. La scorsa settimana è stato inaugurato il centro della dialisi, con festa del sindaco e, soprattutto, con limmediato ritorno degli abitanti di Lampedusa e di Linosa che erano stati costretti a emigrare. È la storia di un miracolo e, anche se nessuno ci ha detto grazie - tranne Pino e Nunzia Licciardi, operatori che della sanità a Lampedusa hanno fatto la battaglia della vita - è la smentita del fatto che i giornali non servono a nulla.
Poi, certo, è più facile titolare sul sindaco De Rubeis che ha detto o forse no che «i negri puzzano». Sulle luminarie che il vicesindaco e senatrice leghista Maraventano vanta essere simili al Sole delle Alpi. Sulla polemica della stessa Maraventano con Baglioni. Parole su parole, toni sempre unottava più alti del giorno prima e del necessario.
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