«Quando i figli diventano il braccio armato di famiglie violente»

Enza Cusmai

Dottoressa sempre più ragazzini si trasformano in mostri. Perché?
«Un esempio. I ragazzi sono bombardati dai video giochi violenti. Si pensi a quello in cui bisogna ammazzare una bimba. Se viene venduto, significa che c’è mercato, che ci sono dei genitori disposti a comprarlo ai propri figli».
Daniela Di Veroli, psicoterapeuta e vice presidente della fondazione «Movimento bambino» non fa sconti agli adulti che ruotano attorno alla fragile personalità degli adolescenti. Primi fra tutti i genitori.
Quanto pesa l’educazione sulla personalità di un ragazzino?
«L’educazione genitoriale incide moltissimo, perché il primo nucleo sociale che incontra il bambino nella sua vita è la propria famiglia».
Allora hanno ragione i giudici del tribunale di Milano a dare la colpa ai genitori per il comportamento di quei ragazzini che hanno violentato una coetanea?
«La sentenza pone l’attenzione sulla carenza di un ambiente non educativo, di una mancanza di sensibilità verso i coetanei e verso l’altro sesso».
Insegnamenti che i genitori non hanno trasmesso ai loro figli.
«Nel momento in cui i genitori difendono i propri figli anche solo con il silenzio, difendono se stessi e il fallimento del loro ruolo».
Ma perché questa connivenza ottusa?
«Adulti non responsabili formano ragazzi non responsabili, adulti che difendono la violenza possono passare la staffetta ai figli che rischiano di diventare il loro braccio armato».
E come diventano i figli di genitori poco responsabili?
«Diventano ragazzi che non hanno rispetto della persona e della differenza sessuale, che crescono con l’idea che l’altro sesso è un oggetto che serve al soddisfacimento dei propri bisogni immediati. Sono ragazzi che scelgono il branco anziché i genitori come punto di riferimento».
Quando un genitore sbaglia?
«Per esempio quando è incapace a dire no. Molti adulti non riescono a contenere i falsi bisogni di questi ragazzi e sono incapaci di riconoscerne i reali bisogni».
Qual è il confine?
«I genitori troppo indaffarati, per esempio, delegano agli altri l’educazione dei propri figli e non si confrontano mai con loro, trascurano le sfumature dei passaggi dell’età. E pochi ammettono di aver fallito».


Ma c’è qualcuno che può aiutare i genitori?
«Noi, per esempio, organizziamo corsi per genitori. Arrivano da noi molti adulti disorientati dai veloci cambiamenti dei propri figli, non riescono a metabolizzarli. Si sentono dei falliti. Ma si può cambiare e migliorare, basta volersi mettersi in discussione».

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