Quando il Mito entra nel cabaret

Quando il Mito entra nel cabaret

Viviana Persiani

Mercoledì, al Teatro di Verdura, arriva Casa Agamennone, cabaret mitologico di e con Marco Zannoni. È uno spettacolo dedicato al Mito e alla Tragedia greca. Il Mito come motore inerziale nella mente degli uomini, giustificazione celeste della volta dell’Universo. Il Principio, l’Inizio, origine di tutte le cose, ovvero radice della vita. Dalle lotte olimpiche che giustificarono il regno indiscusso di un solo re, Zeus, potenza che guida il Bene e il Male, forza che stringe d'assedio l’immaginazione degli uomini, fino dentro le stanze piene di enigmi e di ombre sofferenti, che sono gli atri, i cortili della casa di Agamennone. Protagonista di questo viaggio a ritroso nel tempo è Racconto. Colui che c'è sempre stato e che in ogni fase della vita degli uomini ha testimoniato per dar voce a sentimenti ed eventi voluti dal Caso o dalla volontà degli uomini.
Venerdì, per Idroscalo in festa, arriva, allo Spazio Villetta, un punto di riferimento della «scuola romana» della comicità, come Gianluca Belardi. Dopo aver vinto il premio della critica al Festival del cabaret di Modena, Berardi si è fatto prima conoscere con I soliti soggetti (’99), progetto sperimentale di spettacolo corale tra comici, affermandosi poi con Invece dei confetti, tiratemi le bombe!!, e ora con Danni di piombo ovvero Nemo profeta in patria; nel frattempo, ha partecipato a quattro edizioni dello Zelig televisivo, scrivendo anche un libro.
Triplo appuntamento, nel fine settimana, al Teatro Vittoriale di Gardone. Si comincia il 12 con il divertente Nunsense di Dan Goggin, il musical che vede come protagonista un gruppo di suore, a dir poco scatenato, che si trova alle prese con le fatidiche luci della ribalta. Cinque sorelle sono costrette a dover allestire un musical per raccogliere i fondi necessari a seppellire alcune loro consorelle defunte per un errore tragico commesso dalla suora addetta alle cucine. Così, con l’abito monacale, queste Sister Act si ritrovano a improvvisare numeri di danza classica, tip tap, vocalizzi; il tutto adattato al nostro Paese, pur senza nulla togliere allo humour del testo originale. Sabato, invece, spazio a un classico dell’operetta come La vedova allegra di Franz Lehár. All’ambasciata del Pontevedro a Parigi, c’è grande fermento. Sta arrivando la Signora Anna Glavari, giovane vedova del ricchissimo banchiere di corte. L’ambasciatore, il Barone Zeta, ha ricevuto l’incarico di trovare un marito pontevedrino alla vedova e questo per conservare i milioni di dote della signora, in patria. Infatti se la signora Glavari passasse a seconde nozze con un francese, il suo capitale lascerebbe la Banca Nazionale Pontevedrina e per il Pontevedro sarebbe la rovina economica. Infine, domenica 14, Andrea Roncato porterà in scena Aulularia, la commedia di Tito Maccio Plauto detta anche «Della pentolina» perché prende il titolo non da un personaggio ma da un oggetto intorno al quale si sviluppa tutta la trama.

Il vecchio e avaro Euclione, dopo aver trovato una piccola pentola (aulula) d’oro e aver deciso di tenerla nascosta in casa, continua a vivere in miseria e, per di più, con la continua preoccupazione di essere derubato. La sua diffidenza si concentra soprattutto sul vecchio Megadoro, un vicino di casa che gli ha appena chiesto la mano della figlia Fedria, senza pretendere alcuna dote.

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