Andrea Nativi
Utilizzare il suono come arma è un sogno vecchio come l'uomo, basta pensare alla Bibbia ed alle trombe di Gerico. E in effetti in passato le ricerche in questo campo sono state notevoli: ad esempio nel corso della Seconda guerra mondiale Germania, Gran Bretagna e Giappone si interessarono a sistemi d'arma acustici letali. Oggi granate acustiche sono usate regolarmente dai gruppi antiterrorismo e armi acustiche non letali sono in servizio presso diversi dipartimenti di polizia statunitensi per il controllo della folla o sono impiegati, come è accaduto nel caso della Seaburn Spirit, per la difesa di navi da crociera o di edifici e installazioni.
In Italia l'uso di strumenti del genere creerebbe polemiche a non finire ma è un peccato perché con una spesa intorno ai 30.000 dollari ci si può procurare un sistema come il LRAD (long range acoustic device) della American Technology corporation, che grazie ad un proiettore di appena 80 centimetri di diametro e con un consumo di energia limitato può generare una pressione acustica di oltre 100 decibel ad una distanza di 500 metri, con un fascio di 15-30° di ampiezza che ne consente un impiego direzionale. Le modalità di impiego sono molteplici: si possono trasmettere ordini, avvisi o informazioni a grande distanza oppure provocare nelle vittime una sensazione spiacevole, difficilmente tollerabile se si permane all'interno del fascio. Si possono provocare disturbi all'udito, perfino una momentanea sordità.
Sistemi analoghi, ma più sofisticati, sono utilizzati dai militari. La US Navy li ha introdotti già da quattro anni, mentre in Irak sono di impiego comune.
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