«Basta un poco di pittura per provare unemozione, oggi come ieri, sempre molto rara
». Così scriveva Goffredo Parise (1929-1986) sul Corriere della Sera il 3 novembre 1980. E poi: «Questo genere di batticuore non soltanto estetico ma materiale, materico e sensuale non lo provavo più da molto tempo quando vidi i primi quadri dei giovani pittori romani Angeli, Festa, Fioroni, Schifano e Cyrus Twombly». Sono proprio i quadri di questi ultimi e di altri artisti del Novecento ad accogliere i visitatori nella mostra «Goffredo Parise e gli artisti», alla Galleria nazionale darte moderna fino al 2 settembre: un omaggio allo scrittore a venti anni dalla morte.
Vicentino di nascita, Parise è stato autore di romanzi di successo (come Il prete bello del 1954), nonché consulente editoriale, giornalista, sceneggiatore. Da ragazzo voleva fare il pittore ma anche quando scelse la penna non abbandonò mai lamore per larte, che condivise a un certo punto con la pittrice Giosetta Fioroni, sua compagna per molti anni. Laffinità che egli provava verso alcuni artisti è evidenziata dai numerosi ritratti che gli sono stati fatti, tra cui quelli di Schifano, di Guttuso, di Ceroli, della Eustachio e della Fioroni, che li ha prestati per la mostra. Anche il libro Artisti, apparso per la prima volta nel 1984 è sintomatico di questa sua passione.
Lesposizione è concepita come un itinerario attraverso le collezioni della Galleria da Balla a De Pisis, da Guttuso a Schifano, da Ceroli alla Transavanguardia, tracciato con i commenti tratti da articoli, presentazioni, lettere scritti da Parise. Una guida insolita per il visitatore, un intreccio tra pittura e scrittura. Parise amava precisare di essere uno scrittore-artista «con una sensibilità fortemente visiva anche in letteratura».
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