Quando il passepartout è il fantasma dell’Avvocato

N on c’è un solo momento in cui non se ne parli. Viene presentata la nuova Ferrari e Montezemolo ricorda il Grande Assente. La Juventus si appresta a vincere il suo tot scudetto e si parla del Presidente Onorario che non c’è più. Torino gioca i Giochi ma Lui che li ha voluti non c’è. Vengono intervistati gli operai della Fiat e la memoria va a Rìsula, come un tempo veniva richiamato l’Avvocato, ovviamente per l’ondame del capello. Zoeggeler vince la medaglia d’oro nello slittino e parte una raffica di notizie che riguardano più gli sponsor, dalla marca di champagne fino ai cioccolatini, che l’omaggio vero alla Personalità che riceve la visita del grande campione altoatesino. Insomma Gianni Agnelli è il più presente di tutti, parenti, affini, esterni, osservatori, sconosciuti, in queste cronache dal Piemonte, terra bella e spigolosa che tra un paio di settimane ritornerà a vivere la sua vita di sempre, cercando una ragione e una destinazione ai vari siti che oggi sono alveari, a volte vuoti, ma sempre colorati e incasinati.
L’omaggio continuo, petulante, cortigiano a Gianni Agnelli è la conferma che l’Avvocato era figura predominante e oscurante al tempo stesso, senza di lui ci sono molti orfani e qualche orfanella; senza la sua cultura, lo spirito di osservazione e di ironia, sono venuti a mancare molti spunti per titoli, commenti, elzeviri, sommari e brevi di cronaca. Insomma siamo alla ricerca dell’Uomo perduto, tra un gianduiotto e una coppa di champagne, di marca ovviamente (ma la preferita da Agnelli non era quella segnalata dalle agenzie).

Proprio per dire come l’avvocato gradisse celebrare alla sua maniera un evento, ricordo la mattina nella quale Giorgio Forattini, accompagnato da Luca di Montezemolo, salì nella villa di collina per festeggiare la firma del proprio contratto con La Stampa. Gianni Agnelli accolse i due tenendo in mano una coppa di champagne: «Venga, Forattini, brindiamo insieme. Abbiamo preso Michel Platini».

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