«Ho ricevuto tre lettere dal direttore del Casinò Municipale di Sanremo, un certo Pier Busseti. Un tipo molto insistente. Ci propone di organizzare nella sua casa da gioco un concorso musicale, un festival di canzoni, non ho capito bene... Dopo quello che ha passato con la guerra, lItalia ha bisogno di ritrovare identità e autostima, e credo che la canzone popolare sia il mezzo giusto, la strada più facile». Così, con una telefonata del direttore della Rai Salvino Sernesi al direttore artistico Giulio Razzi (nipote di Puccini) nacque il Festival di Sanremo. Così lo tratteggia Carlo Maria Lomartire in Festival. 60 anni di Sanremo: una storia italiana (Mondadori) il libro più completo sulla storia della manifestazione, i suoi retroscena e il contesto politico ed economico degli ultimi 50 anni.
Dunque era il 1951, la Rai aveva cambiato nome (sotto il regime fascista era Eiar e naturalmente era la radio, ovvero Ente Italiano Audizioni Radio) dal 44 e lItalia muoveva i primi passi della ricostruzione. Dopo un laborioso avvio il primo festival (dieci giorni prima, con larrivo di Eisenhower in Italia e le manifestazioni di protesta del Pci, si contarono cinque morti) sotto il governo De Gasperi andò in diretta radiofonica il 29 gennaio 1951 a partire dalle 22, un orario decisamente azzardato per lepoca. Una strana gara; venti canzoni in due sere interpretare da Nilla Pizzi e Achille Togliani (alcune in coppia come La luna si veste dargento, piazzatasi al secondo posto) con il Duo Fasano. Sul palco la gloriosa orchestra melodica del maestro Cinico Angelini e «presentatore» lindimenticato Nunzio Filogamo, elegante, laureato alla Sorbona e con un passato nel teatro leggero e nella rivista. Nel salone del Casinò cerano solo sei giornalisti musicali, quasi tutti attirati dal gioco come il famoso Mario Casalbore, e lunico commento dei media furono due lapidarie righe sul Corriere della Sera che dicevano: «Ieri sera si è concluso a Sanremo il primo Festival della canzone italiana. Ha vinto Nilla Pizzi con Grazie dei fiori. Lautore è Saverio Seracini, un musicista non vedente». La Pizzi ricevette un mazzo di fiori (neppure freschi!) e 80mila lire di indennità. Chi avrebbe mai pensato che quella manifestazione un po raffazzonata, un po organizzata per risollevare le sorti del Casinò rispetto a quelli della Costa Azzurra o di Montecarlo, sarebbe diventato uno degli eventi più significativi della storia e del costume italiani («gli italiani gli sono affezionati come allinno di Mameli», Pippo Baudo dixit). Eppure già la mattina dopo il primo Festival, Filogamo, Razzi, Angelini e altri personaggi, come il boss della nascente industria discografica Ladislao Sugar, cominciarono a pianificare Sanremo secondo nuovi criteri di professionalità e managerialità.
Quando la Pizzi vinse 80mila lire
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.