Quando riesplode

In un impeto didattico Valentino Parlato sul Manifesto avverte di sentire il “puzzo” di Alemanno. E tutta la sinistra che ha perso le elezioni, unita con quella estinta dalle elezioni annuncia di voler scendere oggi in piazza contro l’esercizio della democrazia, contro la libertà di voto, contro il popolo sovrano e le sue scelte. Quale brezza: par d’udire le voci dei patrioti scesi dai monti per combattere il tedesco invasore. E che pena dover prendere atto della decadenza (dobbiamo supporre) anche mentale di un uomo fine come Valentino Parlato ridotto ad esprimersi come un miserabile cialtrone che usa la fisiognomica lombrosiana per aggredire il candidato sindaco di Roma di cui avverte “il puzzo” e di cui discute le sembianze fisiche.
Il fatto è che l’ondata di insulti squadristi e forcaioli della stampa di sinistra che abbiamo letto ieri, in particolare sull’Unità, sul Manifesto e su Europa dimostra quanta sconsideratezza e quanto rabbioso panico animi oggi quell’area funestata dalla sconfitta e dall’ira: una festa come quella del 25 Aprile che almeno nelle intenzioni e nelle speranze dovrebbe essere di tutti, condivisa da tutti, viene scippata brutalmente come “cosa nostra” e usata come una clava per dare addosso non soltanto a una parte politica avversa, ma più precisamente alla parte politica che, per aver vinto le elezioni con un distacco del dieci per cento, rappresenta la stragrande maggioranza degli italiani. Si tratta dunque di un atto di violenta arroganza verso la maggioranza degli elettori e di uno sfregio alla stessa democrazia ammannito con sufficienza proprio in nome della democrazia sempre secondo il principio secondo cui anche la democrazia, come la festa nazionale, per loro è “cosa nostra”, e da usare come una clava. Del resto, anche nel corso degli anni scorsi il 25 Aprile è stato trasformato in una giornata di odio, in una mascherata che, sotto le insegne del 25 aprile del 1945 – quando l’esercito degli Stati Uniti d’America insieme ad alcune armate britanniche e francesi liberarono l’Italia – spaccia tutt’altra merce.

Ma mai si era parlato di puzzo e di caratteri fisici, come soltanto era stato fatto dal fascismo con le leggi razziali del 1938 contro gli italiani ebrei. Mai la sinistra italiana si era fatta razzista e dunque nazista. Finalmente, per il 25 Aprile del 2008, settanta anni dopo quelle leggi, ci è riuscita.

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