«Quando ritrovai il testimone più attendibile»

Gli articoli che appaiono in queste colonne sono vecchi di 26 anni in quanto fanno parte di una pagina che pubblicai sul Corriere Mercantile di martedì 4 novembre 1980. Allora ero ancora un giovane cronista e avevo saputo che a Fivizzano, un paesino in provincia di Massa Carrara, viveva Italo Jacy Rainato, 76 anni, fotografo di bordo dell’ammiraglia della Marina Mercantile italiana, che lì si era ritirato per vivere tranquillamente la sua vecchiaia. Non so se Rainato sia ancora tra noi, ma se lo fosse forse sarebbe contento di sapere che il suo racconto su quanto accadde quella tragica notte tra il 26 e il 27 luglio 1956 sull’Andrea Doria viene ancora una volta proposto ai genovesi. Questa nuova pubblicazione, comunque, si deve al fatto che la pagina sull’Andrea Doria fa parte del mio sito Internet www.rinodistefano.com e il numero di coloro che l’hanno letta, e continuano a farlo, è tanto elevato (si parla letteralmente di diverse migliaia di persone) da aver fatto appunto suggerire una ripubblicazione sul Giornale.

Anche questo, a cinquant’anni di distanza da quel naufragio, vuole essere un modo per onorare la memoria delle vittime e anche quella degli uomini dell’equipaggio, a partire dal comandante Calamai, che per anni sono stati ingiustamente accusati di aver provocato il disastro con una manovra avventata. Adesso, dopo mezzo secolo, finalmente si è accertato che la colpa fu degli svedesi.

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