Quando la strada per la città è un percorso senza sbocchi

(...). Ora, il punto è che non si tratta di chissà quale prova di coraggio per superare chissà quale sfida in un gioco per gente avvezza solo ad esperienze «off limits». No, qui siamo all’aeroporto Cristoforo Colombo di Genova. Lungo un percorso pedonale che costeggia uno stradone trafficatissimo che collega Sestri Ponente all’aeroporto appunto. Peccato che percorrere quel marciapiede sia un’esperienza da brivido, nel vero senso della parola. Ma andiamo per gradi, un passo alla volta.
Uscendo dall’aeroporto di Genova, per chi vuole raggiungere la città e non ha disposizione un mezzo e decide che piuttosto che aspettare quelli pubblici, meglio avviarsi a piedi, la strada è una sola. Con tanto di valigia, borsa o borsello che sia, si incammina verso Sestri Ponente. Prima lungo un marciapiede in cui bisogna aprirsi un varco quasi in mezzo agli oleandri e poi finalmente il nostro percorso preferito. Non ci si può sbagliare, perché ad indicare che quella è la strada giusta, è un cartello blu con l’omino bianco che cammina. Quindi andiamo.
Il muraglione di cemento sulla sinistra, la ringhiera di ferro sulla destra, rimasugli vari, rifiuti e cartacce lungo la via e il rombo assordante delle macchine nell’orecchio. Tutto procede senza particolari intoppi, a parte l’assurdità in sé di un passaggio pedonale del genere, per tre, quattrocento metri. Poi, sorpresa. Il corridoio diventa sempre più stretto fino a stringersi in un imbuto. Qualcuno deve averlo imboccato speranzoso che portasse davvero a buon fine, perché prima della strettoia, hanno lasciato uno di quei carrelli che servono per portare le valigie in aeroporto. È ovvio che non poteva passarci, non ci passa nemmeno una persona, figuriamoci un carrello.
Tant’è che arrivati alla fine, le soluzioni sono due: scavalcare in curva e gettarsi in bocca alle macchine in corsa, oppure con pazienza rifare il percorso al contrario.
Ma evidentemente le denunce fatte proprio sulle pagine di questo Giornale negli anni passati, non sono state ascoltate dall’amministrazione locale e sono passate totalmente sotto silenzio, se a distanza di cinque anni la situazione è ancora così.
Per non farci mancare nessun brivido, abbiamo provato anche a risalire sul muraglione dalla strada con gli automobilisti a un centimetro dal naso che ti guardano con aria esterrefatta. Ma non è certo una ginnastica da consigliare.


Qualche temerario del posto ci prova lo stesso a scavalcare il muretto e a farsi una passeggiata qui in mezzo alle carreggiate della strada.
«Cosa vuole che le dica, è segnato come passaggio pedonale. Anche se in realtà non lo è proprio. Dovrebbero almeno togliere il cartello». E invece sta lì, pronto a far cadere nella trappola il prossimo pedone.

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