«Bisogna presidiare ogni singola portineria con due militari. Fissi, ventiquattrore su ventiquattro, con tre turni giornalieri. Qui non è che ci sia lo stato di guerra, però...». Il presidente della commissione sicurezza della Provincia di Milano, Giuseppe Milone ha appena finito il sopralluogo nel primo cortile in via Giorgio Savoia, quartiere Stadera, una delle «culle» del racket delle occupazioni abusive nei palazzoni popolari di proprietà del Comune. Guarda le porte degli appartamenti chiuse con un lucchetto dai nuovi occupanti, gli inquilini che si affacciano dalle finestre e ripete la sua proposta. «Lo so è un dispendio enorme, ma se ci sono reati di questa importanza la risposta deve essere altrettanto forte e decisa» precisa Milone. Guai a pensare di voler imporre un ordine militare. Ma la situazione è arrivata ad un punto tale che forse è necessario mettere in atto unaltra strategia. «Far venire lesercito può essere un buon deterrente perché questi atti cessino». E questi atti significano lillegalità e il passaggio degli appartamenti sfitti agli abusivi dietro compenso, con un boss che coordina tutte le operazioni e il resto della banda che si spartisce il bottino. Qui in via Giorgio Savoia le assegnazioni avvengono così, altroché liste di attesa.
Lo denunciano da anni gli inquilini che sono qui insieme agli altri consiglieri della commissione sicurezza. Se li portano in giro, con il presidente dellassociazione Sos Racket Frediano Manzi, fanno strada ai politici in mezzo ad un piccolo borgo di un centinaio di anime che sta lì a guardare. «Tutto parte dalla portineria. La custode segnala la situazione degli alloggi alle famiglie e poi arrivano a sfondare», spiega Manzi. Per questo è necessario iniziare un presidio proprio da qui, dalle portinerie, perché cè una connivenza fra chi ci lavora e la malavita che gestisce le case. Va bene, dal primo di ottobre è subentrata lAler a gestire la situazione e il direttore per il decentramento dellazienda di viale Romagna, Marco Osnato assicura di aver già preso in carico i custodi che prima di essere reinseriti, verranno valutati nel prossimo mese, caso per caso.
«La forza pubblica? Ma se quando chiamiamo i carabinieri per segnalare unoccupazione abusiva, ci dicono di rivolgerci alla polizia. La polizia poi ci rimanda ai carabinieri», sbotta un abitante di via Giorgio Savoia. Bastano due ore e un secondo sopralluogo al civico 3 perché la banda degli abusivi scenda in strada a protestare e a recriminare le loro ragioni.
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