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QUEI GIORNALI DEL MESE DOPO

Per fatto personale. Personale del Giornale, intendo. Nei giorni e nelle settimane scorse abbiamo ricevuto - e puntualmente pubblicato, proprio perchè siamo assolutamente trasparenti - quattro o cinque lettere di nostri lettori che ci dicevano in copia carbone: «Da oggi non comprerò più il Giornale per la sua posizione sul caso Genoa». E ad essere presi di mira erano soprattutto due titoli: quello sull’ipotesi di retrocessione in serie C per i rossoblù e quello sul rischio di violenze («un nuovo G8») minacciate dai duri della tifoseria. Titoli forti, di cui ci siamo scusati se erano brutti esteticamente, a corredo di articoli giornalisticamente impeccabili, dove si dava semplicemente conto di quello che sta succedendo al Genoa e in città.
Sono lettere che ci hanno fatto male. A cui abbiamo risposto più volte, sia pubblicamente su queste pagine, sia privatamente. E a cui la migliore replica arriva in questi giorni. Anche quei giornali genovesi che fino a ieri spargevano gratuito ottimismo, ora si sono ricordati che le notizie sono materia diversa dalle proprie speranze. E parlano dell’ipotesi di retrocessione in C e del brutto clima che si registra in qualche settore della tifoseria. Striscioni come quelli visti al raduno - «Serie A o violenza sarà» o «Pronti a tutto, fino all’ultimo arresto» - danno il vomito. E lo danno soprattutto ai Genoani veri, la quasi totalità dei sostenitori del Grifone che non vogliono avere nulla a che fare con violenze, insulti e minacce. Così come i Genoani veri, in virtù della loro Storia, non vogliono avere nulla a che fare con partite comprate e vendute. La lettera di Francesca Bagarelli che abbiamo pubblicato in prima pagina, al proposito, è illuminante.


Insomma, pur sperando ovviamente che il Genoa esca pulitissimo da questa storia, non abbiamo fatto altro che il nostro lavoro: informare e dare tutte le notizie, anche quelle più dolorose e difficili da dare. Ci fa piacere che un mese dopo lo facciano anche gli altri. Se qualcuno non ama questo modo di fare giornalismo, si accomodi. I giornali del mese dopo fanno per lui.

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