Quei maestri dei treni persi

Caro Massimiliano, in questi giorni sull’alta Velocità stiamo assistendo al meglio del Burlando pensiero sia dal punto di vista della tattica che della strategia politica. Nell’intervista di Paola Setti è stato apprezzabile il tentativo di dialogo del presidente della Regione con il popolo de il Giornale, ma le argomentazioni sono parse assai poco «strutturali» e soprattutto tentativi di prendere tempo usando un linguaggio molto politichese scollato dalle reali e immediate esigenze del nostro territorio.
È sembrato un tentativo di accreditarsi come uomo dalla visione prospettica (vedi dichiarazione sul Terzo Valico nel 2008). Quello che fa rabbia è che le sue parole (politicamente corrette) sembrano rivolte a un pubblico di canadesi e non di liguri che tutti i giorni si misurano con le difficoltà logistiche della regione. L’ipocrisia politica abbinata a una pressoché nulla lungimiranza smaschera la non volontà progettuale del presidente e della sua squadra.
I moderati del centrosinistra, figli di uno strano dio liberale più vicino a Fidel Castro che a Modigliani, dimostrano con il loro silenzio e immobilismo tutto l’attaccamento alle poltrone. Puntare sull’asse con Marsiglia è scelta suicida e irrealizzabile. Burlando dovrebbe ricordare che fra pochissimo tempo Milano e Torino saranno collegate dall’Alta velocità con tutto quel che ne consegue per Genova e la Liguria… in negativo.
Burlando vuole isolare la Liguria dal Nord-Ovest puntando su improbabili spazi alternativi o su strutture più vicine a Gardaland che a una moderna regione europea.

La Liguria è maestra nel perdere gli appuntamenti con la storia. Anche per i prossimi anni ci stiamo attrezzando al meglio, per l’expo del 2015 con Milano o con Milano e Torino insieme Genova farà la sua parte: cioè nulla.

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