Quei numeri Ugl che la Polverini tace

Caro direttore,

comincio a sospettare che tu abbia la palla di vetro, attraverso la quale riesci a vedere nitidamente ciò che a noi politici pidiellini sfugge. Sulla candidatura della sindacalista Polverini, tu prendesti una posizione netta, del tutto negativa. Io stesso borbottai qualcosa contro di te, perché la Renata era la nostra governatrice perfetta, piacente a tutti, dai social forum ai compagni apocalittici, dai confederali sino a Caltagirone, pardon, all’Udc di Casini. I finiani, poi, ti diedero del matto e del mascalzone, richiedendo per la centesima volta la tua testa: paradosso di quanto i neo-antifascisti siano più squadristi dei fascisti.
Adesso esce fuori che l’Ugl, il sindacato della Polverini, potrebbe risultare una macchina magica che dà i numeri, non dico come il mago Do Nascimento, ma poco ci manca. Anche Vanna Marchi dava i numeri, ma si beccò, per il vizio di prendere per i fondelli i fessi, secondo me ingiustamente, due esagerati lustri di galera. Nessuno, tuttavia, la candidò alle Regionali del Lazio.
Sembra che la Polverini abbia dichiarato 558mila pensionati iscritti alla sua Ugl, mentre ne risultano solo 66mila. Idem, per i ministeriali: di contro ai 171mila conclamati, ce ne sono soltanto 44mila.
Da garantista totale, mi aspettavo che le cifre truffaldine fossero ipso facto clamorosamente smentite dalla Polverini, che, al momento, però, è riuscita soltanto a proferire frasi sconnesse: «Non voglio che il sindacato sia coinvolto nella mia campagna elettorale, non intendo rispondere... ». Non risponde, però quelle cifre gonfiate, fino a prova contraria, sono alla base della sua candidatura nel Lazio, dopo aver propiziato, prendendo per il naso financo l’ingenuo ministro Sacconi, 3 posti nel comitato di vigilanza dell’Inpdap.
Se Sacconi avesse avuto la pazienza di scrutare i dati dell’Aran, l’organismo che certifica la rappresentatività nella pubblica amministrazione, si sarebbe evitato la figuraccia, visto che per quanto riguarda gli statali, l’Ugl comunicò al ministero 12.887 iscritti contro i 6mila reali, mentre per i dipendenti degli enti locali, sparò 54.309 e non la cifra giusta di 16.400. Nel settore della Sanità, poi, un vero miracolo dei pani e dei pesci: 42.124 dichiarati, di contro a soli 3.600 iscritti.
Da notare, inoltre, che i dati forniti dall’Aran sono comprensivi anche del sindacato Cisal, come a dire che la truffa dei numeri è ancora maggiore. Insomma, il sindacato della Polverini avrebbe nella pubblica amministrazione una consistenza pari allo 0,7%, quasi prossima allo zero assoluto.
A questo punto, caro direttore, dovresti chiedere alla Polverini, nell’interesse del Pdl, di Berlusconi e degli stessi finiani, di non rifugiarsi nell’omertà, raccontando per filo e per segno come stanno veramente le cose. Da parte mia, sono sicuro che i finiani e gli ex retini, da Italo Bocchino a Fabio Granata, così sensibili alle ragioni di Procura e ai filosofemi di Lynch, si uniranno a te, egregio Vittorio, nella ricerca della verità, per chiarire se Renata Polverini debba fare un passo indietro o se possa continuare a rappresentare il popolo laziale della libertà.
Attraverso te, Vittorio, vorrei inviare un saluto affettuoso a Vanna Marchi.


Giancarlo Lehner
Deputato del Pdl



Caro Giancarlo,

i numeri sono davvero impressionanti e sarebbe utile ne fosse data una spiegazione. Tuttavia sono convinto che Renata Polverini vincerà nel Lazio le elezioni regionali perché piace alla gente che piace, la quale mi auguro si ricordi anche di votarla.
v.f.

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