Quei (pochi) ragazzi adottati oggi alle prese con la giustizia

Analizzati i procedimenti aperti tra il 2015 e il 2018: su 2.556 adolescenti, solo 136 sono di nuovo finiti nei guai

Quei (pochi) ragazzi adottati oggi alle prese con la giustizia
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Ci sono storie che lasciano il segno. Forte. Indelebile. Così profondo che neppure l'amore di una nuova famiglia riesce a cancellare. È questo il caso di 136 ragazzi, oggi adolescenti, adottatati quando erano dei bambini di 6 o 7 anni, tra il 2015 e il 2018. Il Tribunale dei minori di Milano aveva chiuso il loro fascicolo. Ma la parola fine è stata solo provvisoria. Per loro - soprattutto maschi, l'89,5% con problemi di salute, nel 63,6% con una patologia psichiatrica e uno su cinque con una storia di abusi sessuali alle spalle - il Tribunale ha dovuto riaprire il fascicolo, su segnalazione dei servizi sociali ma anche delle famiglie adottive stesse. I fatto determinanti per l'ingresso nel circuito giudiziario sono l'uso della droga, fuga da casa, violenza familiare, abbandono scolastico e frequentazione di ambienti devianti. A volte anche tentativi di suicidio e comportamenti lesionistici.

La buona notizia è che a fronte di 136 ragazzi che richiedono l'intervento giudiziario e risultano associati a uno più fascicoli penali, sono la maggior parte invece coloro che vivono le problematicità di un'adolescenza simile a tutti i loro coetanei. «Sono stati individuati 136 casi inerenti minori adottati sul totale di 2556 fascicoli amministrativi aperti tra il 2015 e il 2018 e chiusi al momento della ricerca. L'incidenza percentuale dei casi in esame appare quindi tutt'altro che elevata, assestandosi al 5,4% di tutti quelli trattati presso il Tribunale nel periodo di riferimento», ha spiegato la presidente del Tribunale dei Minori Maria Carla Gatto.

I dati sono infatti il frutto della ricerca I minori adottati nei procedimenti amministrativi e penali, promossa dal Tribunale per i Minorenni di Milano e affidata al Centro di Ateneo Studi e ricerche sulla famiglia dell'Università Cattolica e all'Università Bicocca. Il lavoro è stato presentato ieri durante il convegno Il Tribunale per i minorenni incontra gli adolescenti adottati in crisi: i risultati di una ricerca esplorativa.

La ricerca si basa sui fascicoli aperti dal Tribunale ed è volta a ricostruire dall'inizio il percorso adottivo la storia di minori che presentano comportamenti altamente problematici e che richiedono l'intervento non solo dei servizi socio-sanitari ma anche di progetti rieducativi disposti dall'autorità giudiziaria. È stato rilevato che i ragazzi che sono rientrati nei fascicoli erano stati adottati spesse oltre i 6/7 anni e nelle loro storie si sommano fattori di rischio legati alla storia dei minori, alla famiglia e a interventi a volte lacunosi da parte dei servizi sociali. Genitori adottivi con elevato livello di istruzione, con un lavoro full time, l'80% coniugati anche se una famiglia su 4 con relazione di coppia conflittuale non sono riusciti a tenere fuori dai guai i ragazzi. Il momento critico risulta essere intorno ai 16 anni: nel 32,7% dei casi la violenza si scaglia contro la madre, più raramente (il 17,8%) contro il padre.

In conclusione è stato sottolineato che se le famiglie hanno un ruolo essenziale, ma «l'alta percentuale di ragazzi con una diagnosi di tipo psichiatrico pone non pochi interrogativi su quali percorsi siano effettivamente efficaci a fronte di una scarsità di risorse specifiche e in particolare di una strutturale carenza di comunità terapeutiche per i minori», come ha sottolineato Maria Elena Magrin, psicologa sociale in Bicocca.

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