Quei professori in pensione che non mollano la cattedra

Quei professori in pensione che non mollano la cattedra

Hanno provato a mandarli in pensione, ma loro non mollano il posto facilmente. Sono i professori universitari, spesso indicati come i «baroni» degli atenei italiani, che dovevano lasciare il posto di lavoro in seguito alle riforme universitarie degli ultimi anni. Dovevano. Perché hanno trovato le formule per non andarci e adesso nelle università lombarde sono decine. Ancora lì, praticamente inamovibili.
Dal 2005, nell'ambito delle riforme universitarie targate Moratti e Gelmini, più di un provvedimento ha tentato di mandare in quiescenza i professori al raggiungimento del settantesimo anno di età. Veniva in sostanza eliminata la figura del professore fuori ruolo, quello cioè che rimaneva in servizio ancora un biennio dopo aver raggiunto l'età pensionabile. Sembrava l'occasione per un ricambio generazionale. Sembrava: una serie di ricorsi al Tar e al Consiglio di stato hanno portato la questione all'attenzione della Corte costituzionale. E i giudici hanno stabilito che non era rispettoso della Carta mandare a coltivare le rose i docenti. Forse anche perché uno dei ricorrenti aveva fatto notare nel documento presentato al tribunale che anche per i magistrati esiste la figura del fuori ruolo. Così sono usciti dalla porta e prontamente rientrati dalla finestra con nuove formule: chi continua a insegnare accontentandosi della pensione, chi invece ha un contratto retribuito e chi è rimasto per seguire i progetti di cui era responsabile. Di anno in anno, di tribunale in tribunale, hanno vinto: in sostanza sono ancora lì.
Ad esempio l'università Bicocca ha inventato quest'inverno la figura del professore senior: in sostanza non si ricevono emolumenti, ma per due anni si mantiene l'indirizzo di posta universitario e la possibilità di collaborare a progetti nel quale il professore o ricercatore fosse coinvolto. È appena nata, ma ci sono già tre professori e un ricercatore in servizio. E per quest'anno ci sono già altre due richieste per diventare senior. Ma esistono anche i contratti di docenza, in parte gratuiti e in parte pagati: «I professori in pensione che hanno incarichi di docenza a contratto gratuito sono dodici – specifica l'ufficio stampa della Bicocca – e quelli che hanno un incarico retribuito sono undici».
E all'università Statale la situazione non è migliore: «Nell'anno accademico 2013-2014 sono rimasti a insegnare, dando all'atto del pensionamento la loro disponibilità al dipartimento di afferenza 44 docenti in pensione – spiegano all'università – in Statale abbiamo escluso la possibilità di restare fuori ruolo, ossia venendo pagati, tranne che per docenti che siano all'atto del pensionamento titolari di progetti internazionali di particolare rilievo».


Di questa seconda categoria in Statale per adesso non ci sono rappresentanti, ma basta la quarantina di persone che, con un curriculum sicuramente ricco vista l'età, lavorano gratis al posto di chi vorrebbe insegnare percependo un giusto compenso.

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